The Second Version

22/06/07

Soccorso Ai Clandestini

Domenica ho visto uno strappalacrime servizio del TG3 che dopo avere parlato dei continui naufragi di barconi di clandestini nel Mediterraneo, lamentava il fatto che Malta e Grecia considerano anche il prestare soccorso ai clandestini come favoreggiamento di immigrazione, per cui i natanti di questi paesi tendono ad ignorare naufraghi e cadaveri. Il servizio quindi si conclude con la nota dolente tipo "E così l'umanità è andata persa in mare".

Io invece ritengo che la decisione di Malta e Grecia sia giusta, e ne spiegherò il motivo.

Il soccorso in mare si basa su un principio di buona fede: tu stai andando per mare facendo gli affari tuoi (non necessariamente onesti, si badi) e ti capita un genuino incidente per cui ti ritrovi in pericolo. Chi passa quindi è moralmente tenuto a prestare soccorso.

Dovrebbe invece essere chiaro che i trafficanti non sono in buona fede. Anzi, spesso quello che fanno è approfittare del soccorso altrui per raggiungere la loro destinazione con carrette che altrimenti difficilmente ce la farebbero. Si tratta di comportamenti deliberati, non di incidenti.

In altre parole - usando il linguaggio della teoria dei giochi - i trafficanti barano al gioco. La teoria dei giochi ha trattato estesamente il problema dei bari, ed ha trovato una soluzione, spietata ma sicura: contro i bari si deve usare la rappresaglia; il famoso algoritmo tit-for-tat (occhio per occhio) si è rivelato pressochè imbattibile nei tornei di Dilemma del Prigioniero. Nel caso specifico, non fornire soccorso ai clandestini. Mai, in nessun caso.

Come ho detto sopra, è una risposta spietata, ma l'unica che può far cessare la tattica di sfruttare i soccorsi. No, non farà cessare il traffico di clandestini, di certo. Ma può riuscire a ridurlo.

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