Ignavia
La caratteristica di chi non vuole mai decidere da che parte stare, chi vuole a tutti i costi rimanere al centro anche di fronte a scelte chiare, in questi tempi viene chiamata equivalenza morale (con accezione negativa) o equidistanza (con accezione positiva).
Ma io preferisco tornare alle radici della nostra lingua, con Dante che chiama queste persone ignavi, e non li ritiene nemmeno degni di un posto all'inferno - insieme ai cattivi, si, ma quelli con le palle come si direbbe ora.
"fece per viltade il gran rifiuto"
Alla fine, dietro all'ignavia c'è il non voler affrontare il minimo sacrificio, l'essere incapace di asserire la propria posizione ed accettarne le responsabilità. Così si continua a barcamenarsi sperando di non dover mai essere chiamati a rispondere delle proprie azioni. Spesso l'ignavia viene mascherata da ragionevolezza o tolleranza, ma invece è soltanto razionalismo amorale e fine a sè stesso.
Essere capaci di raggiungere un compromesso è segno di maturità, ma quando questo venga dopo avere preso una posizione chiara ed avere orientato la propria bussola morale.
Gli ignavi di oggi sono quelli che non sanno decidere chi sia preferibile fra israeliani e palestinesi (e quindi, si dicono amici di entrambe oppure ci ricordano che nessuna delle due parti è perfetta); sono quelli che mettono George Bush nella listi di tiranni e dittatori; quelli che messi di fronte al barbarismo di certe società non sanno fare altro che elencare i difetti dell'Occidente.
E come Dante collocò gli ignavi con spregio nell'antinferno, io non ho molto interesse a dialogare con loro.
Ma io preferisco tornare alle radici della nostra lingua, con Dante che chiama queste persone ignavi, e non li ritiene nemmeno degni di un posto all'inferno - insieme ai cattivi, si, ma quelli con le palle come si direbbe ora.
"fece per viltade il gran rifiuto"
Alla fine, dietro all'ignavia c'è il non voler affrontare il minimo sacrificio, l'essere incapace di asserire la propria posizione ed accettarne le responsabilità. Così si continua a barcamenarsi sperando di non dover mai essere chiamati a rispondere delle proprie azioni. Spesso l'ignavia viene mascherata da ragionevolezza o tolleranza, ma invece è soltanto razionalismo amorale e fine a sè stesso.
Essere capaci di raggiungere un compromesso è segno di maturità, ma quando questo venga dopo avere preso una posizione chiara ed avere orientato la propria bussola morale.
Gli ignavi di oggi sono quelli che non sanno decidere chi sia preferibile fra israeliani e palestinesi (e quindi, si dicono amici di entrambe oppure ci ricordano che nessuna delle due parti è perfetta); sono quelli che mettono George Bush nella listi di tiranni e dittatori; quelli che messi di fronte al barbarismo di certe società non sanno fare altro che elencare i difetti dell'Occidente.
E come Dante collocò gli ignavi con spregio nell'antinferno, io non ho molto interesse a dialogare con loro.
5 Commenti:
Ciao, bel post e bel blog. Lo vedrei bene dentro Tocqueville.
Antonio
Di Anonimo, Alle 22/2/07 16:05
Idea che ti è venuta commentando da Aribandus? :-)
Di Bisquì, Alle 22/2/07 22:35
Esattamente... poi ho pensato che meritava di essere ampliata un po'.
Di Fabio, Alle 22/2/07 22:57
Dire che Bush è un dittatore è sbagliato. Dire che è stato l'uomo politico più stupido e miope degli ultimi anni è una sacrosanta verità.
Dire che Israeliani e Palestinesi sono sullo stesso piano è sbagliato. Ma dire che entrambi hanno diritti è una verità.
Enfatizzare i difetti dell'occidente è altrettanto sbagliato. Ma negarli, soprattutto diminuendone le responsabilità rispetto a quello che tu chiami "imbarbarimento di certe civiltà" è da stronzi, oltreché "occidentocentrista".
Insomma, viene un dubbio: non è che chiami ignavi chi ha un'opinione diversa dalla tua?
Di Anonimo, Alle 11/2/09 14:13
No
Di Fabio, Alle 11/2/09 14:25
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