Opinioni Difficili 1: Antisemitismo
Primo post di quella che potrebbe essere una breve serie su argomenti difficili - nel senso che qualunque opinione non strettamente allineata porta facilmente a trovarsi sotto il fuoco incrociato dei diversi schieramenti. Che poi è il solito problema dell'essere davvero indipendente ed intellettualmente libero; ma andrò avanti.
Noto - e con rammarico - che anche il termine antisemitismo si è trovato al centro di un'aspra battaglia per il controllo della narrativa. In altre parole, gruppi diversi cercano di appropriarsi del significato del termine e di adattarlo alla loro visione del mondo se non ai loro interessi.
E' piuttosto naturale che il gruppo più interessato a controllare questa narrativa siano gli ebrei stessi - o meglio, una frazione degli ebrei, visto che a mio parere molti di loro danno poco peso a queste discussioni. Questo ha finito per portare ad una situzione nella quale per molti casi la soglia della denominazione di antisemitismo è alquanto bassa.
La mia opinione sulla questione ha radici nel mio pragmatismo da una parte, ed agnosticismo dall'altra. Vedete, una delle grandi doti del pragmatismo è che non mi lascia scandalizzato di fronte alla scoperta che un qualche gruppo (stato, etnia, cultura ecc) faccia i propri interessi a scapito di quelli altrui. Così va il mondo, ed è meglio adattarsi. E siccome ritengo che dio - se esiste - non venga giù di persona ad interessarsi degli affari umani, tutta la questione del "popolo prescelto" non mi tocca. Neanche di striscio.
Quindi, dov'ero rimasto? Ah si: per me, quindi, gli ebrei intesi in senso generale sono un popolo più meno come tutti gli altri: la loro cultura ha pro e contro; i loro interessi collettivi possono essere in contrasto con quelli di altri gruppi; hanno buoni e cattivi, eccetera. Fatti tutti i conti, comunque, trovo che gli ebrei siano un gruppo generalmente positivo. O quantomeno un gruppo che nella mia vita posso generalmente ignorare - non nel senso del disprezzare, ma nel senso del non-interferire.
Non ritengo che gli ebrei abbiano comunque diritto a privilegi come particolari leggi anti-discriminazione, e nemmeno ad esigere riparazioni od atti di contrizione dagli stati europei. Si, so cos'è successo una settantina di anni fa, ma so pure che i responsabili di quei fatti sono ormai tutti morti, e le loro ideologie sconfitte.
Sono più decisamente pro-Israele, ma non perchè sia lo stato degli ebrei. Più che altro perchè si tratta di una democrazia liberale, e per il suo valore strategico. Inoltre, per me non ha molto senso parlare di "diritti" degli stati, visto che quello che conta sono intenzioni e capacità. Quindi discutere del "diritto di Israele ad esistere" è per me inutile e privo di significato.
Veniamo ora ad un altro punto intorno al quale infuria la battaglia. Forse è teoricamente possibile essere anti-zionisti senza essere antisemiti, ma non ne ho ancora visto un caso pratico. Allo stesso modo, si può certamente criticare Israele senza essere antisemiti, ma quasi sempre queste critiche scaturiscono dal ritenere gli ebrei inerentemente malvagi e crudeli. Rimane comunque possibile non avere un'opinione molto alta degli ebrei senza essere necessariamente un discepolo di Hitler, ma queste sono situazioni da decidere caso per caso
Ci sono certamente i veri antisemiti, come il famigerato Blondet, che non è antisemita perchè ogni tanto dice cose politicamente scorrette sugli ebrei, ma perchè non riesce a scrivere un solo articolo senza tirare in ballo cospirazioni giudaico-sioniste. Tutto per lui, anche se gli si intasa il water, è causato da deliberate azioni malefiche degli ebrei, e non ditemi che queste sono critiche legittime.
D'altra parte ho avuto il discutibile piacere di interagire (on-line) con estremisti ebraici che non sono certo persone raccomandabili. Si va da quelli che prendono molto sul serio l'idea del popolo eletto, si ritengono il "popolo più morale del mondo" e quindi guardano gli altri dall'alto in basso. E si arriva ai maniaci genocidi che vorrebbero, per loro stessa ammissione, che Israele usasse armi nucleari contro l'Europa per uccidere circa sei milioni di persone come vendetta per l'Olocausto. Ed altre perverse fantasie nucleari.
E' curioso notare come anche qui ci sia una grottesca simmetria: a fronte di chi vede cospirazioni ebraiche per ogni dove ci sono quelli che vedono complotti anti-ebraici ovunque. E tutti sono ugualmente irremovibili nelle loro paranoie.
Noto - e con rammarico - che anche il termine antisemitismo si è trovato al centro di un'aspra battaglia per il controllo della narrativa. In altre parole, gruppi diversi cercano di appropriarsi del significato del termine e di adattarlo alla loro visione del mondo se non ai loro interessi.
E' piuttosto naturale che il gruppo più interessato a controllare questa narrativa siano gli ebrei stessi - o meglio, una frazione degli ebrei, visto che a mio parere molti di loro danno poco peso a queste discussioni. Questo ha finito per portare ad una situzione nella quale per molti casi la soglia della denominazione di antisemitismo è alquanto bassa.
La mia opinione sulla questione ha radici nel mio pragmatismo da una parte, ed agnosticismo dall'altra. Vedete, una delle grandi doti del pragmatismo è che non mi lascia scandalizzato di fronte alla scoperta che un qualche gruppo (stato, etnia, cultura ecc) faccia i propri interessi a scapito di quelli altrui. Così va il mondo, ed è meglio adattarsi. E siccome ritengo che dio - se esiste - non venga giù di persona ad interessarsi degli affari umani, tutta la questione del "popolo prescelto" non mi tocca. Neanche di striscio.
Quindi, dov'ero rimasto? Ah si: per me, quindi, gli ebrei intesi in senso generale sono un popolo più meno come tutti gli altri: la loro cultura ha pro e contro; i loro interessi collettivi possono essere in contrasto con quelli di altri gruppi; hanno buoni e cattivi, eccetera. Fatti tutti i conti, comunque, trovo che gli ebrei siano un gruppo generalmente positivo. O quantomeno un gruppo che nella mia vita posso generalmente ignorare - non nel senso del disprezzare, ma nel senso del non-interferire.
Non ritengo che gli ebrei abbiano comunque diritto a privilegi come particolari leggi anti-discriminazione, e nemmeno ad esigere riparazioni od atti di contrizione dagli stati europei. Si, so cos'è successo una settantina di anni fa, ma so pure che i responsabili di quei fatti sono ormai tutti morti, e le loro ideologie sconfitte.
Sono più decisamente pro-Israele, ma non perchè sia lo stato degli ebrei. Più che altro perchè si tratta di una democrazia liberale, e per il suo valore strategico. Inoltre, per me non ha molto senso parlare di "diritti" degli stati, visto che quello che conta sono intenzioni e capacità. Quindi discutere del "diritto di Israele ad esistere" è per me inutile e privo di significato.
Veniamo ora ad un altro punto intorno al quale infuria la battaglia. Forse è teoricamente possibile essere anti-zionisti senza essere antisemiti, ma non ne ho ancora visto un caso pratico. Allo stesso modo, si può certamente criticare Israele senza essere antisemiti, ma quasi sempre queste critiche scaturiscono dal ritenere gli ebrei inerentemente malvagi e crudeli. Rimane comunque possibile non avere un'opinione molto alta degli ebrei senza essere necessariamente un discepolo di Hitler, ma queste sono situazioni da decidere caso per caso
Ci sono certamente i veri antisemiti, come il famigerato Blondet, che non è antisemita perchè ogni tanto dice cose politicamente scorrette sugli ebrei, ma perchè non riesce a scrivere un solo articolo senza tirare in ballo cospirazioni giudaico-sioniste. Tutto per lui, anche se gli si intasa il water, è causato da deliberate azioni malefiche degli ebrei, e non ditemi che queste sono critiche legittime.
D'altra parte ho avuto il discutibile piacere di interagire (on-line) con estremisti ebraici che non sono certo persone raccomandabili. Si va da quelli che prendono molto sul serio l'idea del popolo eletto, si ritengono il "popolo più morale del mondo" e quindi guardano gli altri dall'alto in basso. E si arriva ai maniaci genocidi che vorrebbero, per loro stessa ammissione, che Israele usasse armi nucleari contro l'Europa per uccidere circa sei milioni di persone come vendetta per l'Olocausto. Ed altre perverse fantasie nucleari.
E' curioso notare come anche qui ci sia una grottesca simmetria: a fronte di chi vede cospirazioni ebraiche per ogni dove ci sono quelli che vedono complotti anti-ebraici ovunque. E tutti sono ugualmente irremovibili nelle loro paranoie.
4 Commenti:
Blondet non è affatto antisemita, a differenza degli ebrei, il popolo più razzista ed esclusivo del pianeta
Di Metafisico, Alle 18/12/07 13:18
Quod erat demonstrandum.
Comunque il commento sopra resta per dovere di cronaca. Altri dello stesso tono verranno trattati diversamente.
Di Fabio, Alle 18/12/07 13:22
Tra l'altro il commento di Metafisico contiene un lampante esempio di tentativo di controllo della narrativa: egli cerca di ridefinire il significato di "antisemitismo" fino al punto di avere gli ebrei come oppressori invece che oppressi.
Non gli manca l'audacia, questo lo riconosco.
Di Fabio, Alle 18/12/07 14:31
Ottimo articolo.
Di Anonimo, Alle 19/12/07 21:14
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