Disastro di Macondo 252 - Le Cause - Parte 2
Un lavoratore sulla Deepwater Horizon racconta che c'era l'impressione che si volesse finire il lavoro al più presto possibile. Ed in effetti, la BP decise di non effettuare una circolazione completa dei fanghi: questo processo serve ad eliminare il gas eventualmente disciolto, ed a portare in superficie i frammenti della roccia profonda che possono essere esaminati per capire meglio le condizioni a fondo pozzo.
Ma l'errore più grave fu la sostituzione dei fanghi con acqua marina prima di gettare il secondo tappo in cemento (probabilmente posizionato appena sopra alla formazione petrolifera). L'acqua marina ha una densità molto minore dei fanghi di trivellazione, per cui ha prodotto una pressione idrostatica insufficiente ad impedire la risalita di fluidi - principalmente gas - dal pozzo. Apparentemente, questa procedura fu approvata anche dal MMS, l'ente federale che si occupa di miniere e pozzi petroliferi.
C'è un motivo pratico per sostituire i fanghi con acqua: i fanghi tendono ad indurirsi rendendo molto lungo e difficile il lavoro di messa in produzione del pozzo. Ma vista l'importanza del mantenere un battente idrostatico sufficiente, la sostituzione dovrebbe essere l'ultimo passo.
Ma anche a questo punto sarebbe stato forse possibile riportare il pozzo sotto controllo. Se qualcuno avesse tenuto d'occhio i valori delle pressioni nei tubi, e soprattutto il flusso di fanghi in uscita: a pompe ferme, se c'è flusso significa che il gas sta spingendo fuori i fanghi. Ma evidentemente nessuno stava controllando questi parametri - forse perchè troppo impegnati a rimettere in ordine la piattaforma.
L'eruzione del pozzo avvenne nemmeno due ore dopo l'inzio del pompaggio dei fanghi. Quando i trivellatori iniziarono a ritirare le aste di trivellazione, secondo alcuni testimoni una fontana di fango sgorgò dal pozzo. Il personale inizio le procedure di chiusura del BOP e di distacco della piattaforma, ma ormai era troppo tardi: il gas venne in contatto con una sorgente di accensione ed esplose.
E come si usa dire, il resto è storia.
Il BOP ha funzionato solo parzialmente, come è stato constatato nelle settimane seguenti. Le ragioni di questo malfunzionamento non sono ancora chiare: si va da danni meccanici sufferti durante l'eruzione del pozzo; alla presenza di un tenace giunto fra le aste sul percorso dei pistoni tagliatubo (shear rams); a scarsa manutenzione dei circuiti idraulici ed elettrici del BOP stesso - pare ci fossero serie perdite di olio idraulico; a carenze di progettazione del sistema di emergenza che richiederebbe che il BOP rimanga connesso alla piattaforma fino al completamento della sequenza di chiusura. Oppure una combinazione di alcuni di questi fattori.
Eventualmente, il BOP verrà recuperato una volta chiuso il pozzo, ed esaminato per capire cosa sia successo.
Ma l'errore più grave fu la sostituzione dei fanghi con acqua marina prima di gettare il secondo tappo in cemento (probabilmente posizionato appena sopra alla formazione petrolifera). L'acqua marina ha una densità molto minore dei fanghi di trivellazione, per cui ha prodotto una pressione idrostatica insufficiente ad impedire la risalita di fluidi - principalmente gas - dal pozzo. Apparentemente, questa procedura fu approvata anche dal MMS, l'ente federale che si occupa di miniere e pozzi petroliferi.
C'è un motivo pratico per sostituire i fanghi con acqua: i fanghi tendono ad indurirsi rendendo molto lungo e difficile il lavoro di messa in produzione del pozzo. Ma vista l'importanza del mantenere un battente idrostatico sufficiente, la sostituzione dovrebbe essere l'ultimo passo.
Ma anche a questo punto sarebbe stato forse possibile riportare il pozzo sotto controllo. Se qualcuno avesse tenuto d'occhio i valori delle pressioni nei tubi, e soprattutto il flusso di fanghi in uscita: a pompe ferme, se c'è flusso significa che il gas sta spingendo fuori i fanghi. Ma evidentemente nessuno stava controllando questi parametri - forse perchè troppo impegnati a rimettere in ordine la piattaforma.
L'eruzione del pozzo avvenne nemmeno due ore dopo l'inzio del pompaggio dei fanghi. Quando i trivellatori iniziarono a ritirare le aste di trivellazione, secondo alcuni testimoni una fontana di fango sgorgò dal pozzo. Il personale inizio le procedure di chiusura del BOP e di distacco della piattaforma, ma ormai era troppo tardi: il gas venne in contatto con una sorgente di accensione ed esplose.
E come si usa dire, il resto è storia.
Il BOP ha funzionato solo parzialmente, come è stato constatato nelle settimane seguenti. Le ragioni di questo malfunzionamento non sono ancora chiare: si va da danni meccanici sufferti durante l'eruzione del pozzo; alla presenza di un tenace giunto fra le aste sul percorso dei pistoni tagliatubo (shear rams); a scarsa manutenzione dei circuiti idraulici ed elettrici del BOP stesso - pare ci fossero serie perdite di olio idraulico; a carenze di progettazione del sistema di emergenza che richiederebbe che il BOP rimanga connesso alla piattaforma fino al completamento della sequenza di chiusura. Oppure una combinazione di alcuni di questi fattori.
Eventualmente, il BOP verrà recuperato una volta chiuso il pozzo, ed esaminato per capire cosa sia successo.
Etichette: Ambiente, Energia, Tecnologia
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