Il Crepuscolo della Beozia
Va bene, ci sono stati i famosi referendum e - come era prevedibile - i SI hanno vinto in modo schiacciante; vista però l'affluenza intorno al 57% per tutti i referendum le percentuali dei favorevoli sono anche loro circa 55%, quindi non proprio un plebiscito.
E lasciamo perdere l'etica del voto di scambio (tipo bere a metà prezzo per chi dimostra di avere votato), per pietà.
Le percentuali di affluenza e dei SI poi svelano altri fatti: quasi soltanto chi voleva votare SI è andato ai seggi, e per votare SI a tutti i quesiti.
Visto che questioni come il legittimo impedimento e strategia energetica nazionale non sono per niente correlate, la spiegazione più probabile per questo fenomeno è che chi ha votato SI l'abbia fatto con l'intenzione di votare contro Berlusconi.
E d'altra parte basta guardare, ad esempio, ai post su Facebook dei "politicamente impegnati" per rendersi conto che è proprio così.
Così, le scorse elezioni amministrative sono state presentate come referendum sul governo Berlusconi (da ambo le parti, CDX stesso anche di più, eh), e lo stesso per questa ultima tornata.
Senza Berlusconi a tracciare la rotta, dubito che la sinistra saprebbe trovare da sola la strada di casa: uno dei problemi tipici di chi è animato soltanto dalla volontà di andare contro qualcosa.
Ma andiamo a vedere cosa cambia con l'abrogazione delle parti di legge menzionate nei quesiti. Ci viene in aiuto il Corriere con un articolo molto carino nel tentare di dire le cose sotto voce. I pezzi migliori per me sono:
E poi:
Dal punto di vista concettuale, poi, ho notato un fenomeno negli ultimi anni. E' da qualche tempo che un certo numero di persone - generalmente, i promotori dei referendum, i "politicamente impegnati" di cui sopra e personaggi tipo Beppe Grillo - tentanto di far passare i refenrendum, che a dettato costituzionale possono essere soltanto abrogativi, per propositivi.
Un esempio sono affarmazioni tipo "Votare SI contro il nucleare"*.
Se esprimersi contro l'uso dell'energia nucleare è certamente l'intenzione di un certo numero di persone, con il referedum si possono soltanto abrogare leggi o parti di esse.
E nel diritto la forma è importante quanto la sostanza, per cui se chi vota pensa di farlo in modo propositivo mentre in realtà sta votando per abrogare qualcosa, rischia alla fine di trovarsi con una legge diversa, se non opposta, alle sue aspettative.
Il referendum, in Italia, non è uno strumento propositivo ed usarlo in questo modo presto o tardi avrà affetti collaterali deleteri, Ma i farlocchi non si sono mai preoccupati degli effetti collaterali.
Aggiornamento 15/06: Il termine esatto è referendum consultivo invece che propositivo. Inoltre, qui si può leggere un'analisi più dettagliata e rigorosa del pasticcio creato con il SI ai quesiti sull'energia nucleare.
E lasciamo perdere l'etica del voto di scambio (tipo bere a metà prezzo per chi dimostra di avere votato), per pietà.
Le percentuali di affluenza e dei SI poi svelano altri fatti: quasi soltanto chi voleva votare SI è andato ai seggi, e per votare SI a tutti i quesiti.
Visto che questioni come il legittimo impedimento e strategia energetica nazionale non sono per niente correlate, la spiegazione più probabile per questo fenomeno è che chi ha votato SI l'abbia fatto con l'intenzione di votare contro Berlusconi.
E d'altra parte basta guardare, ad esempio, ai post su Facebook dei "politicamente impegnati" per rendersi conto che è proprio così.
Così, le scorse elezioni amministrative sono state presentate come referendum sul governo Berlusconi (da ambo le parti, CDX stesso anche di più, eh), e lo stesso per questa ultima tornata.
Senza Berlusconi a tracciare la rotta, dubito che la sinistra saprebbe trovare da sola la strada di casa: uno dei problemi tipici di chi è animato soltanto dalla volontà di andare contro qualcosa.
Ma andiamo a vedere cosa cambia con l'abrogazione delle parti di legge menzionate nei quesiti. Ci viene in aiuto il Corriere con un articolo molto carino nel tentare di dire le cose sotto voce. I pezzi migliori per me sono:
La prima norma, abrogata dal referendum prevedeva che, per acquisire ulteriori evidenze scientifiche relativamente alla sicurezza nucleare, non si procedesse più alla definizione e attuazione del programma sugli impianti nucleari (moratoria). Il comma 8 dettava una nuova disciplina dei contenuti e modalità di adozione della Strategia energetica nazionale: avrebbe dovuto essere adottata entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge.Leggetelo bene: i SI al referendum hanno abrogato la moratoria! E finiranno per ritardare la definizione di una strategia energetica nazionale. Grandioso, nevvero?
E poi:
A detta degli esperti tecnici di settore, ora «il vero dopo-referendum lo devono decidere i Comuni. Loro sono i proprietari delle aziende in quasi tutte le città, quindi saranno le amministrazioni comunali a dover dire se faranno gare e/o affidamenti diretti».Cioè, in alcuni casi potrebbe cambiare nulla; in altri si avranno possibilità quasi infinite per corruzione, clientelismo, collocazione di amanti/nani/ballerine eccetera.
Dal punto di vista concettuale, poi, ho notato un fenomeno negli ultimi anni. E' da qualche tempo che un certo numero di persone - generalmente, i promotori dei referendum, i "politicamente impegnati" di cui sopra e personaggi tipo Beppe Grillo - tentanto di far passare i refenrendum, che a dettato costituzionale possono essere soltanto abrogativi, per propositivi.
Un esempio sono affarmazioni tipo "Votare SI contro il nucleare"*.
Se esprimersi contro l'uso dell'energia nucleare è certamente l'intenzione di un certo numero di persone, con il referedum si possono soltanto abrogare leggi o parti di esse.
E nel diritto la forma è importante quanto la sostanza, per cui se chi vota pensa di farlo in modo propositivo mentre in realtà sta votando per abrogare qualcosa, rischia alla fine di trovarsi con una legge diversa, se non opposta, alle sue aspettative.
Il referendum, in Italia, non è uno strumento propositivo ed usarlo in questo modo presto o tardi avrà affetti collaterali deleteri, Ma i farlocchi non si sono mai preoccupati degli effetti collaterali.
Aggiornamento 15/06: Il termine esatto è referendum consultivo invece che propositivo. Inoltre, qui si può leggere un'analisi più dettagliata e rigorosa del pasticcio creato con il SI ai quesiti sull'energia nucleare.
Etichette: Declinodellaciviltàoccidentale, Machimelofafare, Politica
3 Commenti:
Ma su Facebook ci sei o no?
Di Wellington, Alle 15/6/11 13:10
Ci sono con il mio profilo personale, non come Second Version. Però stavo pensando di aprire un profilo per il blog...
Di Fabio, Alle 16/6/11 03:49
Non so come tu usi Facebook, ma se vuoi stringere amicizia fatti vivo.
Di Wellington, Alle 20/6/11 12:32
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