Acqua Ai Mulini
Ora che i risultati delle elezioni amministrative sono pressochè noti - almeno per i primi turni - inizia la giostra dei commenti - nella quale ognuno cerca di tirare acqua al proprio mulino.
E' sempra la solita storia: quando le elezioni amministrative indicano una perdita di terreno per la maggioranza governativa (e per una serie di ragioni questa è pressochè la regola), la maggioranza corre a minimizzare ("Sono solo risultati locali" eccetera) mentre l'opposizione cavalca la tigre ("Il governo X deve andare a casa!"). E' capitato regolarmente con Berlusconi e Prodi; forse con differenze nella forma ma non nella sostanza.
Nei fatti, quello che vedo io è solo l'ennesima manifestazione del fatto che a livello nazionale gli italiani sono divisi più o meno a metà fra centro-destra e centro-sinistra, ed ad ogni elezione si hanno oscillazioni intorno alla posizione di equilibrio. Inoltre, e pure questo è noto, al Nord (eccetto la Romagna, ma non più come una volta) il centro-destra ottiene maggiori consensi, perchè la cultura settentrionale tende più verso l'identità locale e nazionale, l'etica del lavoro e l'opposizione allo statalismo assistenzialista.
A livello nazionale, il segnale elettorale deve essere necessariamente mediato su tutta la popolazione dei votanti, il che significa che la prevalenza del centro-destra al Nord viene compensata dalla prevalenza del centro-sinistra in altre aree.
Quello che spero è che i neo-eletti sindaci di centro-destra mantengano le promesse fatte e si impegnino davvero, più che per l'abusato termine sicurezza, per far rispettare le leggi vigenti a tutti senza riguardo per etnia, religione o classe. E che abbandonino i programmi di assistenzialismo ed elargizioni di denaro pubblico. Un po' di utopia, lo so, ma sono anche sicuro che larghe parti del centro-sinistra nemmeno hanno intenzione di fare quelle cose. Anzi, le loro intenzioni dichiarate sono quelle di espandere i programmi sociali ed istitutionalizzare il relativismo.
E' sempra la solita storia: quando le elezioni amministrative indicano una perdita di terreno per la maggioranza governativa (e per una serie di ragioni questa è pressochè la regola), la maggioranza corre a minimizzare ("Sono solo risultati locali" eccetera) mentre l'opposizione cavalca la tigre ("Il governo X deve andare a casa!"). E' capitato regolarmente con Berlusconi e Prodi; forse con differenze nella forma ma non nella sostanza.
Nei fatti, quello che vedo io è solo l'ennesima manifestazione del fatto che a livello nazionale gli italiani sono divisi più o meno a metà fra centro-destra e centro-sinistra, ed ad ogni elezione si hanno oscillazioni intorno alla posizione di equilibrio. Inoltre, e pure questo è noto, al Nord (eccetto la Romagna, ma non più come una volta) il centro-destra ottiene maggiori consensi, perchè la cultura settentrionale tende più verso l'identità locale e nazionale, l'etica del lavoro e l'opposizione allo statalismo assistenzialista.
A livello nazionale, il segnale elettorale deve essere necessariamente mediato su tutta la popolazione dei votanti, il che significa che la prevalenza del centro-destra al Nord viene compensata dalla prevalenza del centro-sinistra in altre aree.
Quello che spero è che i neo-eletti sindaci di centro-destra mantengano le promesse fatte e si impegnino davvero, più che per l'abusato termine sicurezza, per far rispettare le leggi vigenti a tutti senza riguardo per etnia, religione o classe. E che abbandonino i programmi di assistenzialismo ed elargizioni di denaro pubblico. Un po' di utopia, lo so, ma sono anche sicuro che larghe parti del centro-sinistra nemmeno hanno intenzione di fare quelle cose. Anzi, le loro intenzioni dichiarate sono quelle di espandere i programmi sociali ed istitutionalizzare il relativismo.
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