La Vera Storia Della Crisi
I recenti fallimenti di società finanziarie e banche americane, ed il salvataggio di importanti società da parte del governo federale, hanno fatto esultare comunisti e statalisti assortiti, che plaudono alla prossima fine del capitalismo ed alla virtù degli interventi statali in economia.
La crisi viene spesso imputata ad un mercato libero da ogni controllo, dove avidi avventurieri economici offrono affari che non possono funzionare.
Ma le cose non stanno così - questa descrizione degli eventi non arriva al livello di deliberata menzogna; però è sintomo di ignoranza e cecità ideologica (quando si vedono capitalismo e libero mercato come la causa di tutti i mali).
Il Sole 24 Ore dà qualche spiegazione un poco più approfondita del fenomeno, descrivendo come l'eccessiva fiducia in modelli matematici (modelli matematici... vi ricordano qualcosa?) abbia portato al credere di potersi liberare del rischio.
Ma anche questi articoli tralasciano una parte importante della storia, che finora ho trovato raccontata solo in inglese. In particolare, The Smallest Minority ha la trascrizione di un intervento alla radio di un tale Mark Levin il quale racconta la storia di come certe decisioni legislative e di regolamentazione abbiano contribuito al crollo del sistema.
Tutto inizia con il Community Reinvestment Act del 1977, il quale è inteso ad "incoraggiare gli istituti di deposito* ad aiutare and incontrare le necessita di credito delle comunità nelle quali essi operano, incluse le aree a basso e moderato reddito, in modo consistente con la buona pratica bancaria". Cosa sia esattamente considerato "buona pratica bancaria" cambia con i regolamenti applicativi della legge, come vedremo in seguito.
In pratica, questa legge forza banche ed altri soggetti ad erogare mutui/prestiti a chiunque, anche chi non può fornire buone garanzie. Le banche vengono valutate sulla base di quanto hanno soddisfatto le necessità di credito delle loro comunità, e queste valutazioni entrano in gioco quando una società chiede al governo il permesso per fusioni od acquisizioni.
Nel 1995, Bill Clinton e Janet Reno (Levin non mi sembra esattamente un loro fan) si misero al lavoro per modificare i regolamenti applicativi di questa legge focalizzando l'attenzione delle agenzie di regolamentazione finanziaria sulla capacità delle banche di soddisfare le necessità di credito della comunità. L'effetto fu quello di aumentare in modo sensibile sia il numero che la somma complessiva in prestiti e mutui verso le piccole imprese e le persone a reddito medio-basso.
Nel 1995, vennero anche autorizzati i famigerati mutui subprime - ovvero, a soggetti che non possono fornire garanzie ottimali. Presto questo mutui divennero di fatto obbligatori, visto che senza farvi ricorso sarebbe stato impossibile incontrare le necessità di credito dei soggetti a basso reddito. Gli istituti di credito vennero anche esentati dalla necessità di possedere un capitale sufficiente a coprire le somme concesse in prestito.
Così nacque una fiorente industria di mutui creativi - senza anticipo, ad interessi zero, and interessi variabili - ed anche il mercato secondario dei mutui. Che possiamo descrivere come il passare la patata bollente ad altre società, con la sicurezza che il governo federale sarebbe intervenuto a garantire i prestiti.
Due delle principali società nel mercato dei mutui erano la Fannie Mae and Freddie Mac, sostenute e lascamente controllate dal governo a partire dal 1992. Nei primi anni 2000, si cominciarono a notare delle crepe in questo sistema - come bilanci manipolati e cattive pratiche bancarie, tanto che nel 2003 l'amministrazione Bush propose di istituire un'apposita agenzia governativa per supervisionare le due società ed assicurare una migliore capitalizzazione dei debiti ed in generale forzarle ad adottare buone pratiche bancarie. Tuttavia la proposta venne affossata dal Partito Democratico, perchè ritenuta inutile in quanto le due società erano in buona salute, e perchè un più stretto controllo sui mutui avrebbe ridotto le possibilità delle famiglie povere di comprare casa.
Adirittura nel 2007, le più alte autorità di controllo del sistema bancario ancora esortavano Fannie Mae and Freddie Mac a concedere ancora più mutui.
Il resto, come si dice, è storia delle ultime settimane.
Non è il libero mercato che ha fallito (anche se senza dubbio ci sono stati pescicani che hanno approfittato dell'ingenuità delle persone), ma leggi e regolamenti dissennati che per uno scopo sociale - o meglio, socialista - hanno permesso ed incentivato la creazione di un sistema economico assurdo e perverso, che alla fine è necessariamente crollato.
* depository institutions nell'originale
Aggiornamento: JimMomo scrive sulla stessa linea.
La crisi viene spesso imputata ad un mercato libero da ogni controllo, dove avidi avventurieri economici offrono affari che non possono funzionare.
Ma le cose non stanno così - questa descrizione degli eventi non arriva al livello di deliberata menzogna; però è sintomo di ignoranza e cecità ideologica (quando si vedono capitalismo e libero mercato come la causa di tutti i mali).
Il Sole 24 Ore dà qualche spiegazione un poco più approfondita del fenomeno, descrivendo come l'eccessiva fiducia in modelli matematici (modelli matematici... vi ricordano qualcosa?) abbia portato al credere di potersi liberare del rischio.
Ma anche questi articoli tralasciano una parte importante della storia, che finora ho trovato raccontata solo in inglese. In particolare, The Smallest Minority ha la trascrizione di un intervento alla radio di un tale Mark Levin il quale racconta la storia di come certe decisioni legislative e di regolamentazione abbiano contribuito al crollo del sistema.
Tutto inizia con il Community Reinvestment Act del 1977, il quale è inteso ad "incoraggiare gli istituti di deposito* ad aiutare and incontrare le necessita di credito delle comunità nelle quali essi operano, incluse le aree a basso e moderato reddito, in modo consistente con la buona pratica bancaria". Cosa sia esattamente considerato "buona pratica bancaria" cambia con i regolamenti applicativi della legge, come vedremo in seguito.
In pratica, questa legge forza banche ed altri soggetti ad erogare mutui/prestiti a chiunque, anche chi non può fornire buone garanzie. Le banche vengono valutate sulla base di quanto hanno soddisfatto le necessità di credito delle loro comunità, e queste valutazioni entrano in gioco quando una società chiede al governo il permesso per fusioni od acquisizioni.
Nel 1995, Bill Clinton e Janet Reno (Levin non mi sembra esattamente un loro fan) si misero al lavoro per modificare i regolamenti applicativi di questa legge focalizzando l'attenzione delle agenzie di regolamentazione finanziaria sulla capacità delle banche di soddisfare le necessità di credito della comunità. L'effetto fu quello di aumentare in modo sensibile sia il numero che la somma complessiva in prestiti e mutui verso le piccole imprese e le persone a reddito medio-basso.
Nel 1995, vennero anche autorizzati i famigerati mutui subprime - ovvero, a soggetti che non possono fornire garanzie ottimali. Presto questo mutui divennero di fatto obbligatori, visto che senza farvi ricorso sarebbe stato impossibile incontrare le necessità di credito dei soggetti a basso reddito. Gli istituti di credito vennero anche esentati dalla necessità di possedere un capitale sufficiente a coprire le somme concesse in prestito.
Così nacque una fiorente industria di mutui creativi - senza anticipo, ad interessi zero, and interessi variabili - ed anche il mercato secondario dei mutui. Che possiamo descrivere come il passare la patata bollente ad altre società, con la sicurezza che il governo federale sarebbe intervenuto a garantire i prestiti.
Due delle principali società nel mercato dei mutui erano la Fannie Mae and Freddie Mac, sostenute e lascamente controllate dal governo a partire dal 1992. Nei primi anni 2000, si cominciarono a notare delle crepe in questo sistema - come bilanci manipolati e cattive pratiche bancarie, tanto che nel 2003 l'amministrazione Bush propose di istituire un'apposita agenzia governativa per supervisionare le due società ed assicurare una migliore capitalizzazione dei debiti ed in generale forzarle ad adottare buone pratiche bancarie. Tuttavia la proposta venne affossata dal Partito Democratico, perchè ritenuta inutile in quanto le due società erano in buona salute, e perchè un più stretto controllo sui mutui avrebbe ridotto le possibilità delle famiglie povere di comprare casa.
Adirittura nel 2007, le più alte autorità di controllo del sistema bancario ancora esortavano Fannie Mae and Freddie Mac a concedere ancora più mutui.
Il resto, come si dice, è storia delle ultime settimane.
Non è il libero mercato che ha fallito (anche se senza dubbio ci sono stati pescicani che hanno approfittato dell'ingenuità delle persone), ma leggi e regolamenti dissennati che per uno scopo sociale - o meglio, socialista - hanno permesso ed incentivato la creazione di un sistema economico assurdo e perverso, che alla fine è necessariamente crollato.
* depository institutions nell'originale
Aggiornamento: JimMomo scrive sulla stessa linea.
5 Commenti:
Ah ah ah...
esattamente speculare ai comunisti che di fronte ai continui fallimenti del loro modello continuavano a ripetere: "Ma, no...questo non e' il vero comunismo"!
Di Anonimo, Alle 23/9/08 00:07
Il commento sopra è l'ennesima dimostrazione di come non ci sia peggior sordo di chi non vuole intendere.
Centinaia di parole per spiegare in dettaglio come la crisi sia in gran parte dovuta al maldestro intervento governativo, ma il primo furbone che commenta non si sa bene cosa voglia dire, ma probabilmente imputa la crisi al capitalismo in sè stesso.
Da questo momento, i commenti anonimi saranno pubblicati solo se rilevanti e se non mi daranno fastidio. Tutte le altre regole continuano ad applicarsi.
Di Fabio, Alle 23/9/08 00:15
Di fatto è una buona spiegazione tecnica che però non fa luce sul peccato originale.
E' come dire che la diga del Vajont è tracimata perchè c'è stata una frana sulle sponde del lago artificiale e non dire che invece fu costruita in un luogo geologicamente non adatto.
A parte i tecnicismi, c'è stato un fallimento di fatto delle istituzioni americane che, alla luce del 1989, hanno ceduto alle lobby delle Corporate che hanno intravisto un mercato globale profittevole.
Era necessario creare liquidità per permettere alle Multinazionali di invadere (in tempi brevi e con vantaggi enormi) i mercati mondiali.
...anche a scapito dei padri di famiglia Americani.
L'establishment politico Americano (a parte qualche eccezione) non si è certo comportato da "buon padre di famiglia" e adesso gli Stati Uniti (e il mondo) ne pagheranno le conseguenze.
Che follia volere un mercato globale tutto e subito!!!!!
Termino con un riferimento MONUMENTALE.
L'ultimo vero grande presidente degli Stati Uniti è stato RONALD REAGAN...un grandissimo.
Spesso si parla delle sue propensioni liberiste. Pochi, però, ricordano che la sua presidenza era anche molto, MOLTO, attenta alle casse statali tanto da incrementare le tasse (ebbene sì..alzare i tributi...che bestemmia!!!) per raffreddare il mercato e sanare le casse statali...oltre che frenare la spesa.
Esempio sublime il progetto dello Scudo Stellare. Ne fece una pubblicità enorme creandone un'immagine destabilizzante per la Russia. Ma Reagan ben sapeva che i tempi non erano ancora tecnologicamente maturi e che non avrebbe mai dato un soldo per l'avviamento esecutivo del progetto. Un capolavoro di strategia diplomatica. I tempi sarebbero diventati maturi 15 anni dopo la sua Presidenza.
Reagan...un liberista sì...ma moderato e consapevole dell'importanza delle regolamentazioni.
Di Azimut72, Alle 23/9/08 08:29
Perfetto. Peccato l'anonimo numero uno. C'è un altro punto che non finirò mai di evidenziare. Che c'entra l'espansione del credito con il libero mercato? Tutto questo sarebbe mai stato possibile senza la truffa della riserva frazionaria e dell'abbandono del gold standard?
Certi socialisti dovrebbero comprare un cervello prima di aprire bocca. E possibilmente dovrebbero comprarlo in paesi non socialisti...
Di Anonimo, Alle 23/9/08 10:25
Devo dire che, a differenza di libertyfighter, io non sono un anarcocapitalista; ritengo che l'eliminazione completa di regole e controlli sui mercati non sia una strada praticabile.
Tuttavia, è lampante che ci sono molte regoli e controlli non solo inutili, ma anche dannosi.
Penso che iniziative come il Community Reinvestment Act abbiano avuto un ruolo determinante nell'esplosione dei mutui subprime e di tutto quello che ne è seguito. Naturalmente alla legge si sono poi sovrapposte l'avidità di figure senza scrupoli, l'ingenuità di persone che hanno accettato condizioni troppo belle per essere vere, ed anche un potere delle corporazioni maggiore di quello che sarebbe salubre.
Di Fabio, Alle 23/9/08 12:41
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