Il Disastro di Macondo 252 - Cenni Preliminari
L'eruzione del pozzo trivellato dalla Deepwater Horizon non è ancora finita e continua a preoccupare una buona parte degli USA. In Italia invece la storia non gode più di molta attenzione - ma fin dall'inizio è stato difficile avere informazioni tecniche di livello anche solo discreto.
Però conoscendo la lingua inglese si apre un mondo molto più vasto. Molte informazioni si possono trovare sul sito della British Petroleum - con molte illustrazioni esplicative - e sul sito della risposta all'incidente; ho visto molte discussioni e descrizioni utili anche su The Oil Drum.
Volevo scrivere un pezzo con i fondamentali della trivellazione dei pozzi petroliferi, ma è difficile trovare fonti di alto livello, a parte discussioni online alle quali partecipano esperti del ramo. La situazione per quanto riguarda la lingua italiana è terribile: non si trova nulla di decente sull'ingegneria petrolifera in Internet. Le cose vanno un po' meglio in inglese - di nuovo - ma al momento non ho 95 dollari da spendere per A Primer of Oilwell Drilling.
Comunque, andiamo al sodo.
La piattaforma Deepwater Horizon era connessa al pozzo in perforazione (o meglio, alla sommità del gruppo di preventori di eruzione) tramite circa 1520 metri di una colonna montante di tubo da 21 pollici con pareti relativamente sottili. All'interno della colonna si trova l'asta di trivellazione da 9 pollici, questa con pareti pesanti per sopportare gli sforzi della perforazione in condizioni estreme - sul fondo marino a 1500 metri insiste una pressione di circa 150 bar.
All'esterno della colonna sono fissati altri due tubi da 3" chiamati choke e kill line, che servono rispettivamente a sfiatare in modo controllato eventuali sovrapressioni o bolle di gas, ed ad introdurre nel pozzo fango ad alta densità per bloccare la risalita di fluidi.
Quando la piattaforma è affondata, tutta questa struttura si è staccata da essa ed è collassata sul fondo del Golfo; c'è una curva a gomito subito sopra al preventore di eruzione e l'asta di trivellazione sporge per una certa distanza dall'estremità della colonna montante spezzata.
Inizialmente le perdite di greggio e gas erano tre (dopo qualche giorno durante i quali sembrava che non ci fosse alcuna perdita): una dall'estremità dell'asta di trivellazione; l'altra, la principale, dall'estremità della colonna montante e la terza dal gomito sopra il preventore. Il flusso totale da queste perdite è difficle da stimare; si va dai 5000 barili al giorno della BP/NOAA a numeri tipo 70 000 barili forniti da alcuni esperti di fumarole sottomarine (o forse che la stampa ha estrapolato dalle dichiarazioni degli scienziati).
Operando con piccoli sommergibile teleguidati, è stato possibile installare una valvola sull'asta di trivellazione e quindi chiudere quella perdita. Successivamente, la BP ha provato a raccogliere il greggio che proviene dalla perdita principale utilizzando una grossa campana di cemento ed acciaio da posare alla fine della colonna montante. Putroppo, il raffreddamento adiabatico del gas naturale in espansione ha causato la formazione di ghiaccio ed idrati di metano che hanno ostruito l'apertura di deflusso. La campana di contenimento quindi è stata abbandonata.
Domenica 16 finalmente è stato possibile inserire un tubo più piccolo (4 pollici, pare) all'interno della colonna montante; la tenuta è assicurata da diaframmi in gomma fissati a questo "ago" e con questa soluzione è diventato possible portare fino alla nave di trivellazione Discoverer Enterprise circa 1000 barili al giorno di greggio. Il flusso massimo sopportabile dal sistema è maggiore di questo, ma i tecnici sul posto operano con grande cautela per evitare altri problemi.
Comunque, la BP si sta preparando per chiudere definitivamente la perdita con una tecnica detta top kill: l'iniezione forzata di fanghi di trivellazione ad alta densità nel pozzo utilizzando le linee di choke e kill. I fanghi e le pompe necessarie sono quasi pronti, per cui l'attesa sarà breve. Una volta "ucciso" il pozzo in eruzione, ci sarà tempo di trivellare con calma i pozzi di sollievo (relief) e quindi chiudere il tutto con abbondante cemento.
Se nemmeno questa tecnica dovesse funzionare, la BP è pronta a giocare anche la carta del junk shot, ovvero l'introduzione di detriti vari (si parla di palle da golf e pneumatici triturati) nel pozzo così che il flusso di greggio li porti a chiudere gli orifizi. I detriti hanno una capacità di otturare le tubazioni quasi prodigiosa, quindi questa tencica può funzionare.
Però conoscendo la lingua inglese si apre un mondo molto più vasto. Molte informazioni si possono trovare sul sito della British Petroleum - con molte illustrazioni esplicative - e sul sito della risposta all'incidente; ho visto molte discussioni e descrizioni utili anche su The Oil Drum.
Volevo scrivere un pezzo con i fondamentali della trivellazione dei pozzi petroliferi, ma è difficile trovare fonti di alto livello, a parte discussioni online alle quali partecipano esperti del ramo. La situazione per quanto riguarda la lingua italiana è terribile: non si trova nulla di decente sull'ingegneria petrolifera in Internet. Le cose vanno un po' meglio in inglese - di nuovo - ma al momento non ho 95 dollari da spendere per A Primer of Oilwell Drilling.
Comunque, andiamo al sodo.
La piattaforma Deepwater Horizon era connessa al pozzo in perforazione (o meglio, alla sommità del gruppo di preventori di eruzione) tramite circa 1520 metri di una colonna montante di tubo da 21 pollici con pareti relativamente sottili. All'interno della colonna si trova l'asta di trivellazione da 9 pollici, questa con pareti pesanti per sopportare gli sforzi della perforazione in condizioni estreme - sul fondo marino a 1500 metri insiste una pressione di circa 150 bar.
All'esterno della colonna sono fissati altri due tubi da 3" chiamati choke e kill line, che servono rispettivamente a sfiatare in modo controllato eventuali sovrapressioni o bolle di gas, ed ad introdurre nel pozzo fango ad alta densità per bloccare la risalita di fluidi.
Quando la piattaforma è affondata, tutta questa struttura si è staccata da essa ed è collassata sul fondo del Golfo; c'è una curva a gomito subito sopra al preventore di eruzione e l'asta di trivellazione sporge per una certa distanza dall'estremità della colonna montante spezzata.
Inizialmente le perdite di greggio e gas erano tre (dopo qualche giorno durante i quali sembrava che non ci fosse alcuna perdita): una dall'estremità dell'asta di trivellazione; l'altra, la principale, dall'estremità della colonna montante e la terza dal gomito sopra il preventore. Il flusso totale da queste perdite è difficle da stimare; si va dai 5000 barili al giorno della BP/NOAA a numeri tipo 70 000 barili forniti da alcuni esperti di fumarole sottomarine (o forse che la stampa ha estrapolato dalle dichiarazioni degli scienziati).
Operando con piccoli sommergibile teleguidati, è stato possibile installare una valvola sull'asta di trivellazione e quindi chiudere quella perdita. Successivamente, la BP ha provato a raccogliere il greggio che proviene dalla perdita principale utilizzando una grossa campana di cemento ed acciaio da posare alla fine della colonna montante. Putroppo, il raffreddamento adiabatico del gas naturale in espansione ha causato la formazione di ghiaccio ed idrati di metano che hanno ostruito l'apertura di deflusso. La campana di contenimento quindi è stata abbandonata.
Domenica 16 finalmente è stato possibile inserire un tubo più piccolo (4 pollici, pare) all'interno della colonna montante; la tenuta è assicurata da diaframmi in gomma fissati a questo "ago" e con questa soluzione è diventato possible portare fino alla nave di trivellazione Discoverer Enterprise circa 1000 barili al giorno di greggio. Il flusso massimo sopportabile dal sistema è maggiore di questo, ma i tecnici sul posto operano con grande cautela per evitare altri problemi.
Comunque, la BP si sta preparando per chiudere definitivamente la perdita con una tecnica detta top kill: l'iniezione forzata di fanghi di trivellazione ad alta densità nel pozzo utilizzando le linee di choke e kill. I fanghi e le pompe necessarie sono quasi pronti, per cui l'attesa sarà breve. Una volta "ucciso" il pozzo in eruzione, ci sarà tempo di trivellare con calma i pozzi di sollievo (relief) e quindi chiudere il tutto con abbondante cemento.
Se nemmeno questa tecnica dovesse funzionare, la BP è pronta a giocare anche la carta del junk shot, ovvero l'introduzione di detriti vari (si parla di palle da golf e pneumatici triturati) nel pozzo così che il flusso di greggio li porti a chiudere gli orifizi. I detriti hanno una capacità di otturare le tubazioni quasi prodigiosa, quindi questa tencica può funzionare.
Etichette: Energia, Rischio, Tecnologia
2 Commenti:
Finalmente notizie!!! ...e' proprio vero che se le notizie in Italia non ci colpiscono direttamente spariscono subito!!!
grazie per l'articolo
Di Anonimo, Alle 20/5/10 08:06
Mi fa piacere sapere che almeno un lettore apprezza la mia opera di divulgazione.
Di Fabio, Alle 21/5/10 11:07
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