Saggezza a Poco Prezzo
Gli ultimi due pezzi di Uriel mi hanno finalmente convinto a scrivere qualcosa che avevo in testa da un po' di tempo.
Quale saggezza posso dispensare dall'alto della mia esperienza da chimico laureato, dottorato e disoccupato - e da manutentore hardware a partita IVA pagato cronicamente in ritardo?
Più che mostrare la via per il successo, posso indicare la strada da non prendere, onestamente.
Ai giovani che per caso leggano, e che abbiano voglia di ascoltare consigli, dico: NON lasciatevi prendere dalla smania di fare l'università. Ci sono troppi laureati rispetto alla richiesta.
Piuttosto, scegliete un buon istituto tecnico e prendete un diploma in una materia utile. Così, potrete iniziare presto una carriera lavorativa, e se vi aggrada poi iscrivervi all'università. Ma è meglio iniziare a lavorare prima che dopo.
Evitate pure i licei, che sono buoni più a creare persone con un complesso di superiorità antropologica che altro. Se proprio lo studio non fa per voi, allora una scuola professionale è quella giusta.
Oppure, se avete un genitore (o parente) che è professionista od artigiano avviato, imparate il mestiere ed entrate nell'attività.
Certo, i primi anni da perito/geometra/ragioniere saranno duri. Mentre i vostri eventuali amici universitari faranno festa cinque giorni su sette, voi sarete al lavoro. Mentre loro prenderanno vacanze come e quando gli pare, voi dovrete contare i giorni di ferie a disposizione. E' possibile se non probabile che vi capiti di lavorare sotto capi tirannici, incontentabili e fin troppo parsimoniosi.
Però col tempo le cose andranno meglio. Verso i venticinque-trenta anni, l'idea di far festa tutte le sere perde il suo fscino. E mentre voi - se siete bravi - avrete una carriera che avanza senza troppi impedimenti, molti dei vostri amici laureati saranno ancora lì a dipendere dai genitori ed arrotondare con lavoretti saltuari. Certo, li vedrete ancora allegramente ubriachi nel finesettimana, ma sotto sotto inizieranno a chiedersi che fine sta facendo la loro vita. Ed a temere il giorno in cui i loro genitori non avranno più soldi da scialacquare.
Vedo una sola eccezione, ed è la laurea in lingue - per il fatto che imparare una lingua richiede tempo. Ma non per studiare il solito tedesco o francese (l'inglese ormai lo metto fra le conoscenze minime necessarie); le lingue importanti per il futuro saranno russo, arabo e cinese; probabilmente anche indiano e persiano.
Quale saggezza posso dispensare dall'alto della mia esperienza da chimico laureato, dottorato e disoccupato - e da manutentore hardware a partita IVA pagato cronicamente in ritardo?
Più che mostrare la via per il successo, posso indicare la strada da non prendere, onestamente.
Ai giovani che per caso leggano, e che abbiano voglia di ascoltare consigli, dico: NON lasciatevi prendere dalla smania di fare l'università. Ci sono troppi laureati rispetto alla richiesta.
Piuttosto, scegliete un buon istituto tecnico e prendete un diploma in una materia utile. Così, potrete iniziare presto una carriera lavorativa, e se vi aggrada poi iscrivervi all'università. Ma è meglio iniziare a lavorare prima che dopo.
Evitate pure i licei, che sono buoni più a creare persone con un complesso di superiorità antropologica che altro. Se proprio lo studio non fa per voi, allora una scuola professionale è quella giusta.
Oppure, se avete un genitore (o parente) che è professionista od artigiano avviato, imparate il mestiere ed entrate nell'attività.
Certo, i primi anni da perito/geometra/ragioniere saranno duri. Mentre i vostri eventuali amici universitari faranno festa cinque giorni su sette, voi sarete al lavoro. Mentre loro prenderanno vacanze come e quando gli pare, voi dovrete contare i giorni di ferie a disposizione. E' possibile se non probabile che vi capiti di lavorare sotto capi tirannici, incontentabili e fin troppo parsimoniosi.
Però col tempo le cose andranno meglio. Verso i venticinque-trenta anni, l'idea di far festa tutte le sere perde il suo fscino. E mentre voi - se siete bravi - avrete una carriera che avanza senza troppi impedimenti, molti dei vostri amici laureati saranno ancora lì a dipendere dai genitori ed arrotondare con lavoretti saltuari. Certo, li vedrete ancora allegramente ubriachi nel finesettimana, ma sotto sotto inizieranno a chiedersi che fine sta facendo la loro vita. Ed a temere il giorno in cui i loro genitori non avranno più soldi da scialacquare.
Vedo una sola eccezione, ed è la laurea in lingue - per il fatto che imparare una lingua richiede tempo. Ma non per studiare il solito tedesco o francese (l'inglese ormai lo metto fra le conoscenze minime necessarie); le lingue importanti per il futuro saranno russo, arabo e cinese; probabilmente anche indiano e persiano.
1 Commenti:
Concordo al 100%.
Di Logan71, Alle 25/3/10 16:20
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