The Second Version

21/10/08

Parcheggio Per Minori

Sono diventato cinico, crescendo ed accumulando almeno un poco di saggezza. Lo scopo principale della scuola dell'obbligo è educare?

Forse, quando va bene. Chi ne ha le intenzioni e capacità riesce ad imparare qualcosa di utile e duraturo; un'educazione di qualche genere, funzionale ma spesso intrisa di social-statalismo, in special modo per chi studia discipline umanistiche.

Il vero scopo della scuola, però, è altro. La scuola pubblica ne soffre in modo particolare, ma quella privata non è immune. Le scuole sono più che altro parcheggi, o per essere ancora più cinici carceri di minima sicurezza, dove chiudere i bambini e ragazzi mentre i genitori hanno altro da fare, e finchè i reclusi non saranno abbastanza grandi da essere utili, o cavarsela più o meno da soli nella società.

Nella scuola poi i giovani interagiscono più con i propri pari che con gli adulti (e tanti insegnanti poi sono solo poco più vecchi degli alunni) così da formare la propria società, una grezza, acerba e violenta (anche solo psicologicamente). Lo stabilire le gerarchie, le dinamiche di gruppo e talvolta anche la brutalità non sono certo fenomeni degli ultimi anni - la storia non è iniziata con l'avvento dei videotelefoni.

Può sembrare una banalità, ma per i giovani il miglior modo di diventare adulti è interagire con altri adulti. Ma la scuola riduce di parecchio questa interazione durante gli anni dell'adolescenza, così da ritardare l'ingresso nell'età adulta.

Prima che si diffondesse l'idea dell'istruzione obbligatoria - ed ancora peggio gli innumerevoli diritti di un'infanzia dalla lunghezza infinita - i ragazzi iniziavano a lavorare - come garzoni, apprendisti, o nelle aziende di famiglia, o leragazze come casalinghe. I figli di ricchi e nobili di lavorare non avevano bisogno, ma a volte erano istruiti da tutori severi, e spendevano molto tempo con la famiglia.

Non voglio certo dire che allora i ragazzi erano tutti probi e retti dai dodici anni in su, ma che l'adolescenza con i suoi eccessi e tumulti era una stagione breve; presto ci si doveva scontrare con le responsabilità e le conseguenze delle proprie azioni.

Nello stato di Singapore la maggiore età è fissata a 21 anni, ma di recente il governo ha proposto di abbassare l'età contrattuale - l'età alla quale una persona può siglare contratti - a 18 anni, così da incoraggiare lo spirito imprenditoriale nei giovani. Qualche anno fa invece qui da noi l'idea era di innalzare l'obbligo scolastico fino ai 18 anni, ed ora che si pensa di riportarlo a 14 (dai sedici) c'è chi fa fuoco e fiamme. Due culture pressochè opposte: una che vuole incoraggiare i giovani a diventare adulti (accettando doveri e responsabilità che vengono dal siglare contratti), mentre l'altra vuole tenere i giovani rinchiusi nel loro piccolo mondo il più a lungo possibile, al riparo dalle difficoltà dell'età adulta.

Chi a 14 anni manca delle facoltà intellettuali per proseguire gli studi è meglio che smetta (e che inizi a fare esperienza per diventare un bravo operaio od artigiano); chi invece manca solo della voglia può comunque trovare altre soluzioni rispetto alla scuola dell'obbligo - o istruirsi da solo - se e quando la voglia arriva.

Etichette: , ,

2 Commenti:

  • Credo che in USA sia stato da poco pubblicato un libro, non mi sovviene il nome, che parla di come una volta ogni ragazzo sognasse di diventare un adulto mentre oggi ogni adulto sogna di essere ancora un bambino.

    Non avevo mai riflettuto sul ruolo della scuola in questo però.

    Di Anonymous Anonimo, Alle 22/10/08 10:42  

  • La scuola non sarà l'unico fattore, però se si considera che i giovani dai 6 ai 16-18 anni passano gran parte del loro tempo a scuola... appare evidente che la scuola può avere una grande influenza sulla loro maturazione.

    A volte mi sembra che i campagnoli e montanari, sia pur grezzi e rozzi, siano più adulti dei cittadini diplomati.

    Di Blogger Fabio, Alle 22/10/08 13:11  

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]



<< Home page