The Second Version

25/01/12

Navi, Capitani ed Eroi

L'articolo 303 del vecchio Codice di Navigazione italiano recita:
Il comandante deve abbandonare la nave per ultimo, provvedendo in quanto possibile a salvare le carte e i libri di bordo, e gli oggetti di valore affidati alla sua custodia.
Non si tratta solo di una legge, ma anche di antica consuetidune marinara.
E' ovvio che il comandante della Costa Concordia, Schettino, non ha rispettato questa disposizione abbandonando la nave ben prima che l'evacuazione di passeggeri ed equipaggio fosse completa.

Ora comincio a sentire gente che invita a non infierire su Schettino che insomma sbagliare è umano ed anche alle persone migliori può capitare di andare nel panico, e che sono stati quegli avidi bastardi della Costa a dirgli di passare dove non doveva*, eccetera.

Va bene, io non voglio vedre Schettino pendere dalla forca. Però non stiamo parlando di un diciottenne che da ubriaco ha sfasciato l'auto di famiglia ed ora cerca una scusa qualunque (un cinghiale ha attraversato la strada!) per schivare le ire paterne.

Parliamo di un adulto che è diventato capitano di una grossa nave, e per arrivare a quel punto ha dovuto studiare, e fare apprendistato e passare esami severi. Non si è trovato sul ponte di comando per caso, ma perchè lo ha voluto.

Mi sembra il minimo che una persona nella sua posizione faccia il suo dovere fino in fondo. Oppure preferite affidare la vostra incolumità a qualcuno pronto a scappare quando si mette male?

E la gente di cui sopra invece se la prende con il  comandante DeFalco per avere usato un linguaggio "violento" contro una persona in difficoltà eccetera eccetera.

Come si può leggere dal brogliaccio, quella notte in Capitaneria non stavano certo a pettinare bambole. C'erano ancora passeggeri da sbarcare ed una nave pericolosamente sbandata, ed una grave carenza di informazioni sulla situazione a bordo. Ordinare - si pure in modo rude - al comandante di tornare a bordo e coordinare le operazioni di sbarco rientra perfettamente nel contesto - visto pure che il rischio sarebbe stato piccolo, per Schettino.

E si, è vero che DeFalco se ne stava in una sala operativa, ma questa è la natura del suo lavoro. Nei film i capi organizzazione e financo i presidenti USA vanno sul campo, ma nella realtà succede di rado.

Ma c'è pure qualcuno che vede DeFalco come un eroe, e questo mi lascia perplesso. Ho notato da diversi anni un abbassamento degli standard per quanto riguarda l'eroismo, nei media e nella cultura popolare. Se un tempo gli eroi erano gente tipo Durand de la Penne ed Emilio Bianchi, ora vengono definiti eroi persone che hanno mostrato dignità al momento della morte (Quattrocchi), semplici caduti in guerra (i morti di Nassiryia) ed un comandante che fa il suo dovere (DeFalco)**.

Leggete bene quello che scrivo, ché io non voglio sminuire le persone di cui sopra, ma ormai la definizione nazionalpopolare di eroismo sembra essere "chiunque non sia inetto e codardo".
Che secondo me dice molto, ma niente di buono, sullo stato della cultura italiana di questi tempi.


*"Stavo solo eseguendo gli ordini" non funziona più dal 1945 come scusa.

** Per qualcuno pure Carlo Giuliani è un eroe. Per gli scarafaggi le feci sono cibo.

22/01/12

Olio del Giglio

Non voglio parlare del come sia successo il disastro della Costa Concordia, ma mi pare chiaro che si tratti di colossale vaccata del comandante ed altri ufficiali. E si, il passaggio sottocosta si può fare in sicurezza se si tengono gli occhi aperti.

Voglio discutere più in dettaglio di un argomento collegato: le possibilità di inquinamento ambientale in seguito allo spargimento del carburante della nave - si parla di 2400 tonnellate. Sto iniziando a lavorare con una ditta che si occupa del controllo dei versamenti di idrocarburi, ed anche se il mio ruolo è di ricerca e non sul campo, ho imparato già diverse cose.

La stampa si è già gettata sull'argomento, ma con le solite approssimazioni se non castronerie. Una gustosa è l'uso di "gasolio" e "petrolio" come fossero sinonimi - mentre si tratta di cose ben diverse, visto che nell'uso comune "petrolio" indica il greggio, mentre "gasolio" è un carburante raffinato.

Comunque, per non parlare a vanvera bisogna prima cercare di capire quale sia il carburante in questione. Visto che non ho a disposizione informazioni di prima mano, cerchiamo di ragionare.

Secondo Navi e Capitani, la Costa Concordia usa motori Wartsila Diesel di modello non specificato. I motori a media velocità Wartsila Diesel, secondo le informazioni date dal costruttore possono bruciare sia olio combustibile leggero (LFO) che pesante (HFO), ed alcuni anche gas naturale - ma questo non è certo il nostro caso.

Per flessibilità di funzionamento, spesso i motori navali possono usare diversi tipi di olio cui a questo punto diventa impossibile per me sapere quale sia esattamente il carburante della Costa Concordia.

Le proprietà dei diversi tipi di olio combustibile sono raccolte nella pagina di Wikipedia, ma è diffcile districarsi nella selva di denominazioni diverse per lo stesso materiale.

Generalmente, questi oli combustibili sono prodotti dai residui di distillazione del greggio o di altre lavorazioni (secondo ENI) diluiti con gasolio o kerosene fino ad un valore di viscosità accettabile.

Dal punto di vista ambientale questo cosa ci dice? Che si tratta di materiali più leggeri del greggio, con un contenuto minore di asfalteni (bitume) e quindi che si degradano più velocemente in mare e lasciano meno residui sulle coste se arrivano a riva. Vedi aggiornamento

D'altra parte essendo più viscosi del gasolio la chiazza si allarga più lentamente e questo dovrebbe favorire le operazioni di circoscrizione con barriere galleggianti e recupero con scrematori, se le condizioni del mare lo permettono. Altrimenti, c'è l'opzione di usare agenti disperdenti (impropriamente detti solventi).

Aggiornamento 23/01: Ho parlato un po' di questa vicenda con un quasi-collega che ha più esperienza nel controllo dei versamenti di idrocarburi, e lui mi ha detto un paio di cose interessanti.
Uno, l'olio combustibile è una brutta bestia, visto che è ricco di frazioni pesanti: un greggio leggero evapora e si disperde meglio dell'olio combustibile medio o pesante. Ci sarei dovuto arrivare pure io, controllando i dati di gravità specifica, in effetti.
Due, con la nave così vicino a riva ed in un mare relativamente calmo (non come il nord Atlantico, ad esempio), le operazioni di controllo di un eventuale versamento di carburante sarebbero facili.

Adventures in Advanced Technology

What is the best way to transfer data from a Motorola phone to a Blackberry?

Abduct a few developers from Motorola and RIM and under the treath of big, heavy oak sticks have them develop software for direct communication.

03/01/12

Dispersing Fears

You remember the Macondo / Deepwater Horizon of disaster, no? The massive crude oil spillage in the Gulf of Mexico...

At the time, a massive controversy erupted around the use of chemical oil spill dispersants, especially those of the Corexit family.

Those products were described as "highly toxic" and their effectivness cast into doubt. There were rumors that Corexit was chosen only to fill the coffers of its manufacturer and not on the basis of effectivness and safety (in fact, it also happened to be the dispersant most readily available in large amounts. Logistics is not a joke).

Now it happens that I needed to delve deeper into the world of oil spill dispersants, and I learn some interesting things. One good place to start is here: Oil Spill Dispersants: Efficacy and Effects by the National Academy of Science.

The use of dispersants is always a tradeoff, because they - and and the dispersed oil even more - are toxic to marine animals. But if an oil slick makes landfall, seabirds and coastal animals will die in droves too. Mangrove forests are very sensitive too, can be destroyed by oil spillages.

That's why professionals of the field talk about "net environmental damage" and not spillage fairies that will make the oil slick disappear.

The issue of efficacy vs. toxicity for dispersants is a rather hot one, and the wiseness of their massive use in the case of the Macondo oil spill is open to debate. It is indeed possible that the injection of dispersant at the base of the rising oil plume hampered mechanical recovery efforts on the surface, but mechanical recovery was also hampered by bad weather and, according to some professionals, poor command and control (which also affected the operations for dispersant application).

But this is not what prompted me to write this post.

In fact I decided to write something because I was disturbed by the singling out of Corexit as a particularly toxic dispersant; and its manufacturer, Nalco, as being particularly secretive about the composition of the product.

A number of dispersants' MSDS were available at this website, but now all links are dead. I have read the document, tho, and all manufacturers reveal as little as they legally can about the composition of their products. Nalco in fact revealed Corexit's composition in detail, albeit after some pressure by EPA*.

The website above also has a chart of dispersants' effectivness and toxicity for selected marine organisms. Judge for yourself, but again Corexit does not seem to be especially toxic.

And of course humans should not come into direct contact with dispersants; all use instructions stress the need to wear protective equipment and apply the dispersant in an appropriate manner.

*The composition of Corexit is already specified in the original patents filed by Exxon in the 1970's and discussed in the book by NAS.