The Second Version

26/08/10

Profughi di Guerra

Oggi mettiamo da parte le cronache delle meravigliose lande tropicali per discutere d'altro.

Quando si parla di profughi di guerra, l'assunzione comune è che si tratti di persone innocenti che fuggono da un conflitto combattuto da altri, del quale i profughi sono soltanto vittime. Questa assunzione – se volete, scelta di narrativa – è talmente radicata che nessuno sembra contestarla.

Eppure, non è necessariamente vera. Chi scappa da un conflitto? I civili che vengono presi in mezzo, certo, ma anche gli sconfitti e quelli che stanno per essere sconfitti. Un esempio storico è quello dei nazisti che alla caduta del Terzo Reich sono scappati in sud America: fuggitivi si, ma tutto tranne che vittime innocenti. Ci sono anche numerosi casi di persone che sono fuggite in altri paesi ma di lì hanno continuato a combattere o sostenere il loro conflitto.

E' vero che i profughi spesso arrivano in Italia nullatenenti e vivi a malapena, ma questo in sé non dimostra che si tratti di brave persone. Si può essere poveri e malvagi, ed anche i cattivi soffrono le malattie e la fame.

Senza contare che nei paesi che producono più profughi (tipo Somalia, Afghanistan) i conflitti sono fra gruppi con un livello di ricchezza simile.

I profughi di guerra a volte sono vittime innocenti; altre volte sono bastardi assassini che hanno trovato qualcuno più cattivo di loro.

Etichette: , ,

20/08/10

Contempt and Loathing

We all know that MTV nowadays devotes more airtime to various, more or less braindead and adolescent-oriented shows than to music videos.

And we know that most of the music there is of the mass-production type. And that metal is almost completely absent (not that MTV would give much airtime to the likes of Funker Vogt either).

But only recently. I realized how horribly fragmented the however pitiful musical experience is. One can see two, maybe three videos in a row, and then it's advertisements - quite a few minutes of it, and mostly self-referential stuff, ads for other MTV events ad shows.

So just when one starts getting itno the music, it stops to be replaced by something annoying and boring.

I guess it's true that MTV is made for adolescents with the attention span of 15 minutes.

Etichette: ,

18/08/10

Il Made in Italy Visto da Lontano

Uriel scrive a proposito della caduta del mito del Made in Italy. Il post, come al solito, e' abbastanza lungo; l'estratto che segue riassume i concetti principali.
E il Made in Italy non e' altro che il patrono dell' Italia. Potrete fare leggi che scrivono Made in Italy sui prodotti, e solo su quelli, che vengono dall' Italia, senza cambiare una virgola della vostra crisi, perche' se il prodotto italiano e' scadente, Made in Italy diventera' sinonimo di prodotto scadente: negli USA Bologna e' sinonimo di un cibo scadente e penoso, perche' e' stato propinato loro da molti sudamericani un prodotto di merda. Avete voglia di andare negli USA con la vostra mortadella e puntare sul brand: appena sentono parlare di quella roba, vomitano. E hanno ragione.

Esiste una regola del mondo che dice che non esiste il pasto gratis. Pretendere di guadagnare soldi con un prodotto solo perche' lo si produce in un posto anziche' in un altro e' pura follia, perche' equivarrebbe ad un pasto gratis.

Ha funzionato in passato perche' c'era disponibilita' di molti pasti gratis. Ma quella non era la norma, e sta finendo. Da ora in poi, o fate roba decente, o non ve la comprano neanche se ci scrivete "Made in Italy" sopra a caratteri cubitali.
Qui in Indonesia il "Made in Italy" che tira sono le solite grandi firme; gli altri prodotti italiani che ho visto sono la pasta (ma non c'e' verso di scalzare il riso dal suo posto di alimento base, qui), e poi elettrodomestici come cucine a gas e scaldabagni. Ed una Maserati.

Ci sono i un po' di ristoranti italiani; questa volta ho mangiato una pizza in posto italo-americano, clone di quello che sarebbe un ristorante italiano a New York: fin troppo saporita con aglio e sale. Ed una in un altro posto: molto meglio di certe atrocita' di provenienza germanica che ho mangiato, ma non proprio quello che definirei un buona pizza. Comunque, secondo me passa il test di decenza.

C'e' una cosa da considerare pero': e' quasi impossibile replicare esattamente un piatto in un paese molto molto lontano (e questo vale anche quando cuciniamo indonesiano a Parma). Sara' il clima, o il terreno, o l'acqua, o le costellazioni, ma i sapori cambiano. Cosi', il ragu' che ho preparato ieri per i miei parenti assomiglia molto a quello che posso cucinare in Italia, ma e' diverso. Lo stesso succedeva a Londra.

Ma torniamo al "Made in Italy". La situazione indonesiana ricorda per certi versi quella dell'Italia prima del boom economico, con molte famiglie monoreddito se non proprio prive di reddito fisso, che tirano avanti con le loro botteghe ed attivita' artigianali. Insomma, c'e'molta gente che fa le cose a mano, dal cibo alle stoffe e vestiti alla carpenteria metallica. E di conseguenza sa riconoscere i prodotti fatti bene.

Pero' d'altra parte c'e' molta esterofilia in Indonesia, e la gente e' disposta almeno a provare ogni novita' che venga da altri paesi. Il "Made in Italy" e' apprezzato qui. Formula magica per vendere qualsiasi prodotto? Non mi pare.

Questo post pero' voleva essere una risposta ad un'altra affermazione di Uriel:
[...]ad un certo punto, il vincitore attribuisce sempre alle proprie virtu' la vittoria, quando un'analisi della storia economica potrebbe spiegare ogni cosa, riconducendo ad incidenti geografici o storici tutta la loro fortuna.
Tutta la fortuna delle nazioni dipende da incidenti geografici o storici? Per me Jared Diamond e' pressoche' geniale, ma non tutto dipende da situazioni incidentali. Ma d'altra parte Uriel e' un dichiarato marxista epistemologico, per cui queste affermazioni non sorprendono molto.

Etichette: ,

17/08/10

Ambiente per Ricchi

La mia posizione è che solo i paesi ricchi possono permettersi il lusso dell'ambientalismo spinto – ambientalismo inteso non come gestione pragmatica degli ecosistemi, ma come ideologia e stile di vita.

Ogni volta che visito l'Indonesia, la mia convinzione si rinforza. Jakarta è una metropoli terribilmente sporca ed inquinata anche paragonandola a città non proprio linde come Milano o Londra. Per fare un esempio, qui il governo controlla i prezzi dei carburanti così che anche i poveri possano viaggiare in macchina o moto, o guadagnarsi da vivere trasportando persone con i bajaj – una specie di Ape attrezzata per il trasporto di passeggeri.

E le strade di Jakarta sono affollate di vetusti autobus che eruttano fumo nero, e di bajaj che lasciano scie di mefitici fumi di motore due tempi. Gli italiani sono (per ora) abbastanza ricchi da poter cambiare automobile, sia pure con gli aiuti di stato, quando le norme anti-inquinamento diventano troppo stringenti. Qui non credo che se ne possa parlare. O meglio, esistono anche i bajaj elettrici, molto ecologicamente corretti, ma costano più di una casa a due piani nei sobborghi.

Qui a partire dalla classe media le persone (spesso, le domestiche) buttano la spazzatura nel cestino a casa, e questa verrà smaltita in modo adeguato (spero). I residenti delle comunità residenziali pagano lo smaltimento dei rifiuti insieme alla quota per la manutenzione della casa.

I gestori dei piccoli negozi e anche di più degli innumerevoli banchi che servono cibi e bevande, cosa fanno? Buttano il rudo, e le risciacquature delle stoviglie, nel primo tombino a disposizione; la cunetta poi confluisce senza trattamento in un canale o fiume, che si riduce ad una putrida fogna coperta di immondizia.

Non ho mai visto analisi dell'aria di Jakarta – non so nemmeno se vengono fatte – ma il mio naso mi dice che nemmeno i giorni peggiori a Parma si avvicinano a quello che è normale qui.

Chi lamenta il fatto che le città italiane siano sempre più inquinate sarà pure animato da buone intenzioni, ma non sa di cosa sta parlando. Credo non abbia mai visto certe situazioni.

E chi propone ricette per salvare l'ambiente basate su quello che si può fare nelle società occidentali, dove ci sono denaro e risorse da dedicare al superfluo, dovrebbe capire che in questo modo condanna i poveri del mondo a rimanere in povertà.

Etichette: , ,

Republik Indonesia ke-65

Finally, I can put my hands on an USB modem and post something more substantial!

Today is the 65th anniversary of the independence of Indonesia, which was proclaimed on August 17 of 1945.For days, it has been a triumph of red-and-white flags everywhere: big ones attached to buildings and flagpoles; small ones flying from trucks and cars; patriotic ads on TV. The national sentiment is quite strong here. I know, it may come as a surprise for those who think that nationalism is only a relic of a western-centric past.

This year, the Independence Day (hari merdeka) occurs during the Ramadan month. Not much changes here except for the fact that of the countless food stalls only a few remain open during the day – from sunrise to sunset. Most of them sell freshly prepared food or drinks, and it does not make much sense to remain open during the fasting. A good fraction of the small restaurants close during the day as well, but the ones in malls remain open. The main change is that workplaces have shorter lunch breaks and close at 17 so that people can reach home or some food joint by sunset – which is always around 18: traffic becomes even more maddening than usual these days.

My wife tells me that the observance of the fasting is pretty high here, although I have seen Muslims eating and drinking during the day.

Ramadan is also a big business occasion, I would say. Everywhere it's Ramadan sale, Ramadan special, Ramadan this and that. Special offers on morning and evening meals; special 2-liter bottles of isotonic drinks for the rehydration of the whole family after fasting; special handphone price plans; what I'd call prayer karaoke – Arabic script with scrolling Indonesian translation – for your Blackberry and so on. In these aspects, Ramadan is a secular holiday like Christmas has become in the West.

As a side, I can note that three prominent Indonesian Ulama* have stated that Jihad must be intended as a struggle for individual improvement and must not include acts of violence. I hope you'll be lenient if at the moment I cannot produce precise references to this story.

*I am not sure of what the definition of Ulama is. They are not clerics, but more like lawyer-type bureaucrats. For exemple, it is the Ulama Council that deals with halal certificates for food and drinks.

Etichette: , ,

14/08/10

Jakarta Report #3

Very slow and small improvements. My sick family member has been out of ICU for some time, but she's quite far from being ready to be discharged from hospital.

Internet access and thus posting ability remains limited.

Etichette: ,

02/08/10

Jakarta Report #2

Deep shit all around, deepening.

Etichette: