Il Vecchio Che Rimane
Dalla discussione sui monumenti italiani ho capito semplicemente una cosa. L'italiano crede che tutto quanto di bello si possa fare in Italia sia stato fatto, una volta ed una volta per tutte, nel passato remoto -e spesso mitologico- del paese. E che nulla, nulla di quanto si possa fare oggi possa mai competere. Questa adorazione delle antiche reliquie e' , molto semplicemente, la morte di qualsiasi volonta' di costruire un futuro. Il futuro lo hanno costruito i padri mitici del paese, e di quello bisogna accontentarsi.Più tardi Rachel Barnacle rispose nel suo articolo:
Questo è il feticismo verso il passato di cui parlava Uriel, ma più che convinzione di non essere capaci di fare di meglio, temo si tratti di totale rifiuto nei confronti del nuovo. E’ un rifiuto che inquina qualsiasi aspetto della vita in Italia, dalla politica all’economia, dalle scienze fino agli aspetti più mondani dell’esistenza: ho visto aprire petizioni a raffica per le cose più idiote su FB, ma mai tante quante quella contro la Timeline. Lamentazioni di settimane, nemmeno se Zuckerberg fosse entrato in casa di questa gente per cagargli sul copriletto.Dunque perché l’arte dovrebbe sfuggire a tanta potenza mortifera?
Se analizziamo la situazione razionalmente, una buona cosa da fare sarebbe demolire la maggiore parte del mediocre vecchiume - tenendo qualche casa per esempio di come si facevano un tempo - e ricostruire tutto con criteri moderni a partire dalla stessa impostazione urbanistica; aggiungendo parcheggi sotterranei o multipiano alle case moderne, robuste ed efficienti.
Così avremmo un centro città vivibile invece che quella specie di mausoleo che sta diventando; case moderne, e non dico di vetro ed acciaio; si possono anche ricostruire nello stile precedente ma con tecniche e materiali attuali; e la possiblità di avere alloggi nuovi senza dover usare terre coltivabili.
Ma qualcosa del genere non si può fare, perchè verrebbe opposto fino alla morte dai feticisti del vecchio - quelli che hanno spinto per i vincoli paesaggistici ed architettonici eccetera, che pure spesso soffrono i disagi del vivere nel vecchiume ma non vogliono cambiare.
Almeno finche ci sono i soldi per tenere in piedi il vecchio: quando finiranno ci penserà la natura.
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