30/06/08
27/06/08
District of Columbia Contro Heller
Questo è il nome della causa che ha visto la Corte Suprema degli Stati Uniti pronunciarsi sulla domanda se il diritto a possedere e portare armi elencato nel Secondo Emendamento della Costituzione sia da intendersi come collettivo od individuale.
Heller ed altri avevano presentato ricorso contro al divieto di detenere nelle proprie case ed acquistare pistole in atto nel District of Columbia - il territorio sotto al diretto controllo del governo federale (non fa parte di alcun Stato) dove si trova la capitale degli USA, Washington. La corte d'appello aveva accettato solo il ricorso di Heller e deliberato, il 9 Marzo 2007, che il divieto andava in effetti a ledere il diritto elencato dal Secondo Emendamento.
Il Distretto di Columbia ha quindi richiesto alla Corte Suprema di rivedere il caso: la richiesta di revisione è stata accettata, ed il 26 Giugno 2008 la Corte Suprema ha deliberato, 5 a 4 (essendo composta da nove giudici) che il diritto di possedere e portare armi è proprio da intendersi come individuale, non collegato al servizio in una milizia e per gli usi tradizionalmente legali di tali armi, come l'autodifesa nella propria casa - anche se (come tutti i diritti) esso può essere sottoposto a "ragionevoli restrizioni".
Quindi, a differenza di come hanno riportato alcuni media italiani, la Corte Suprema non ha "sancito" il diritto ad essere armati: secondo l'impostazione americana, le persone possiedono naturalmente certi diritti, che vengono semplicemente elencati dagli emendamenti del Bill of Rights. La Corte si è limitata a specificare l'applicazione di questo diritto.
Anche la controversia sul reale significato del Secondo Emendamento è in gran parte montata ad arte, visto che per chi l'ha scritto ed approvato la prima volta era ovvio che il diritto fosse da intendere come individuale - cioè, prima si è uomini liberi ed armati, poi si procede a costituire una milizia in caso di necessità.
Heller ed altri avevano presentato ricorso contro al divieto di detenere nelle proprie case ed acquistare pistole in atto nel District of Columbia - il territorio sotto al diretto controllo del governo federale (non fa parte di alcun Stato) dove si trova la capitale degli USA, Washington. La corte d'appello aveva accettato solo il ricorso di Heller e deliberato, il 9 Marzo 2007, che il divieto andava in effetti a ledere il diritto elencato dal Secondo Emendamento.
Il Distretto di Columbia ha quindi richiesto alla Corte Suprema di rivedere il caso: la richiesta di revisione è stata accettata, ed il 26 Giugno 2008 la Corte Suprema ha deliberato, 5 a 4 (essendo composta da nove giudici) che il diritto di possedere e portare armi è proprio da intendersi come individuale, non collegato al servizio in una milizia e per gli usi tradizionalmente legali di tali armi, come l'autodifesa nella propria casa - anche se (come tutti i diritti) esso può essere sottoposto a "ragionevoli restrizioni".
Quindi, a differenza di come hanno riportato alcuni media italiani, la Corte Suprema non ha "sancito" il diritto ad essere armati: secondo l'impostazione americana, le persone possiedono naturalmente certi diritti, che vengono semplicemente elencati dagli emendamenti del Bill of Rights. La Corte si è limitata a specificare l'applicazione di questo diritto.
Anche la controversia sul reale significato del Secondo Emendamento è in gran parte montata ad arte, visto che per chi l'ha scritto ed approvato la prima volta era ovvio che il diritto fosse da intendere come individuale - cioè, prima si è uomini liberi ed armati, poi si procede a costituire una milizia in caso di necessità.
25/06/08
Help With Referrals
In the last two or three days, I noticed visits to my blog coming from this URL:
http://www.gulfcoastpundit.com/index.php?/forums/
viewthread/12928/
The link in there points to my homepage, not a specific post. But I am unable to access the forum by clicking on that link; they system requires me to give username and password which I don't have, and I can't be really bothered to register.
So if any Gulf Coast Pundit member would tell me what is this about, I'd be grateful. Not that I suspect anything bad is going on, mind you.
http://www.gulfcoastpundit.com/index.php?/forums/
viewthread/12928/
The link in there points to my homepage, not a specific post. But I am unable to access the forum by clicking on that link; they system requires me to give username and password which I don't have, and I can't be really bothered to register.
So if any Gulf Coast Pundit member would tell me what is this about, I'd be grateful. Not that I suspect anything bad is going on, mind you.
Where Is The Condemnation
The USA and Italy (and the EU) aren't the only states with plans to expel illigal immigrants. Malaysia is another:
On a partly related note, do you want to know how truly evil, corrupt and brutal government officials deal with people they are annoyed with? Again from Malaysia:
KUALA LUMPUR - MALAYSIA'S government announced plans on Wednesday to chase out tens of thousands of illegal immigrants, mainly Filipinos and Indonesians, whohave become a major political irritant on Borneo island.Hey, where is the compassion, the tolerance, the duty to accept poor people in search of a better life? Ah, I get it: these are all Little Brown People, nothing to see. Not like in the West where the evil whiteys are the oppressors.
Deputy Prime Minister Najib Razak said authorities will soon launch a massive operation to flush out foreigners without travel or identification documents from eastern Sabah state, which borders both the Philippines and Indonesia.
'We will deport them to the country that is willing to accept them,' Mr Najib was quoted as saying by the national news agency, Bernama. He said immigrants who have lived unlawfully in Sabah since the 1970s would not be spared.
On a partly related note, do you want to know how truly evil, corrupt and brutal government officials deal with people they are annoyed with? Again from Malaysia:
Political analyst Abdul Razak Baginda, a close associate of Najib, is charged with abetting Shaariibuu's slaying.That's exactly what Bush did to the 9/11 truthers, ain't it?
Two policemen are accused of killing her and destroying her body with explosives in a jungle clearing outside Kuala Lumpur. They have been on trial since June 2007.
Abdul Razak has confessed in court to having an eight-month affair with Shaariibuu.
They say he used his connections to get the policemen to carry out the killing and to obtain the military-grade explosives that were used to destroy her body.
Etichette: Ballbusters, Indonesia, Society
24/06/08
Ranucci-Style
Ed ecco finalmente la critica al documentario Calipari Friendly Fire di Fulvio Benelli ed Emanuele Piano. Il loro è vero, originale Ranucci-style.
In memoria di Sigfrido Ranucci che ha tentato, con uno sconclusionato documentario, di dimostrare che il fosforo bianco usato dagli americani durante la Battaglia di Fallujah è un'arma chimica proibita - mentre non è arma chimica e solo alcuni usi del fosforo come incendiario, peraltro descritti in un trattato del quale gli USA non fanno parte, sono proibiti - ed ha tentato di dimostrare cose inverosimili come il lancio di fosforo dagli elicotteri, ed anche di rivelare una supposta strage di civili mostrando un piccolo numero di cadaveri con danni descritti come causati da fosforo, mentre in realtà si trattava di normale putrefazione.
Questo nuovo documentario sembra anche più carente dal punto di vista della logica quantomeno. Nota, le mie informazioni sono tratte da questo articolo sul Corriere on-line del 19 Giugno 2008: se l'articolo fa affermazioni errate (cosa di certo possibile) non è colpa mia. E nemmeno ho voglia di sorbirmi il documentario intero, in questi giorni.
Bene, sistemati questi dettagli apriamo le danze.
Per quanto riguarda la non conservazione della scena, io mi chiedo in quale mondo viva il giornalista/regista: l'incidente è avvenuto sulla rampa di accesso ad una strada ad alto traffico, nel bel mezzo di una zona di operazioni molto "calda". Cosa dovevano fare i militari americani, recintare il tutto con i nastri "Police Line do Not Cross", mettere un paio di guardie ed aspettare che arrivasse la polizia scientifica (tra l'altro corpo civile mentre si parla di operazioni militari) dall'Italia? Queste richieste sono assolutamente assurde.
Così come è assurdo pensare che soldati impegnati in combattimento possano tenere conto di ogni singolo colpo sparato.
Tanto per puntualizzare, nel veicolo sul quale viaggiavano Calipari e gli altri potevano al massimo trovarsi proiettili, non certo bossoli. Ma il bello deve ancora arrivare...
Ma quello che dovrebbe avvalorare la tesi è ancora più ridicolo, anzi è una ben nota fallacia logica: non si può sostenere che altre armi abbiano sparato solo perchè il rumore della mitragliatrice coprirebbe il loro.
Le critiche per il pagamento dei riscatti poi sono perfettamente fondate.
Ma... c'è un ma! La morte di Calipari è stata causata da un deliberato tentativo di assassinio, oppure da un incidente dovuto alla situazione caotica? Bisogna decidersi qui: le due descrizioni sono mutuamente esclusive.
Beata speranza: per i soliti essiccatori di frutta (grazie Wellington) le truppe USA continueranno ad essere allo stesso tempo un'orda fuori controllo, anarchica e violenta ed una efficientissima, quasi infallibile macchina di morte sotto il controllo dei neo-con.
A parte i singoli fatti, il problema più grosso di questa teoria del complotto è l'intera logica. Qualche altro papavero americano voleva uccidere la Sgrena, per cui ha avuto la brillante idea di mandare una squadra di soldati della Guardia Nazionale, freschi in Iraq, a fare un posto di blocco sapendo che la macchina degli italiani sarebbe passata proprio di lì... pensando che con la loro abitudine di mitragliare tutto quello che passa e poi di danzare sui cadaveri, essi avrebbero certamente ucciso il bersaglio? Però, per sicurezza, ha pure mandato dei "cecchini", consci della loro missione si direbbe, a sparare al veicolo contemporaneamente a Lozano. Eppure, nonostante fossero parte di un'orda fuori controllo, anarchica e violenta, i soldati al posto di blocco hanno prontamente soccorso i feriti, mentre quelle spietate ed efficienti macchine di morte dei "cecchini" hanno clamorosamente fallito il bersaglio.
Assurdo, contorto, patologicamente fantasioso in alcuni aspetti e disperatemente ignorante in molti altri - tipico complottismo.
E per finire, Il Corriere riassume il documentario fedelmente, o ne ha fatto il solito guazzabuglio?
In memoria di Sigfrido Ranucci che ha tentato, con uno sconclusionato documentario, di dimostrare che il fosforo bianco usato dagli americani durante la Battaglia di Fallujah è un'arma chimica proibita - mentre non è arma chimica e solo alcuni usi del fosforo come incendiario, peraltro descritti in un trattato del quale gli USA non fanno parte, sono proibiti - ed ha tentato di dimostrare cose inverosimili come il lancio di fosforo dagli elicotteri, ed anche di rivelare una supposta strage di civili mostrando un piccolo numero di cadaveri con danni descritti come causati da fosforo, mentre in realtà si trattava di normale putrefazione.
Questo nuovo documentario sembra anche più carente dal punto di vista della logica quantomeno. Nota, le mie informazioni sono tratte da questo articolo sul Corriere on-line del 19 Giugno 2008: se l'articolo fa affermazioni errate (cosa di certo possibile) non è colpa mia. E nemmeno ho voglia di sorbirmi il documentario intero, in questi giorni.
Bene, sistemati questi dettagli apriamo le danze.
Gli altri «cecchini» non furono identificati perché la scena del «delitto» fu ripulita in fretta dagli americani, per impedire all'Italia di investigare.Il buon giorno si vede dal mattino...
«Abbiamo le prove che gli americani avevano individuato la casa dov'era detenuta la Sgrena ed erano pronti al blitz», spiega Benelli, che ha investigato la vicenda per più di un anno. «Era questione di ore, ma, avendolo saputo, i servizi italiani hanno agito d'urgenza perché temevano la morte dell'ostaggio nelle operazioni».Primo errore del governo italiano: era meglio lasciare procedere l'azione di forza. Sarebbe stato anche meglio farla con le nostre truppe.
Dalle perizie, inedite, coordinate dal professor Domenico Compagnini di Catania e depositate presso lo studio legale Gamberini (quello della Sgrena) si evincerebbe che gli spari non vennero da una sola arma, come giurano gli americani, per i quali si trattò di «tragico incidente». «Non è stato possibile trovare la maggior parte dei bossoli perché gli americani ripulirono subito la scena — teorizza il giornalista/ regista — Impedendo per oltre un mese alla nostra polizia scientifica di analizzare il veicolo».Quali perizie balistiche si possono fare senza avere i bossoli a disposizione? Ben poche, a rigor di logica - ma questo non basta a fermare l'intrepida armata.
Per quanto riguarda la non conservazione della scena, io mi chiedo in quale mondo viva il giornalista/regista: l'incidente è avvenuto sulla rampa di accesso ad una strada ad alto traffico, nel bel mezzo di una zona di operazioni molto "calda". Cosa dovevano fare i militari americani, recintare il tutto con i nastri "Police Line do Not Cross", mettere un paio di guardie ed aspettare che arrivasse la polizia scientifica (tra l'altro corpo civile mentre si parla di operazioni militari) dall'Italia? Queste richieste sono assolutamente assurde.
Così come è assurdo pensare che soldati impegnati in combattimento possano tenere conto di ogni singolo colpo sparato.
Tanto per puntualizzare, nel veicolo sul quale viaggiavano Calipari e gli altri potevano al massimo trovarsi proiettili, non certo bossoli. Ma il bello deve ancora arrivare...
Ma dall'analisi svolta poi dagli italiani risulterebbe che il solo Lozano non poteva essere artefice dei 58 spari accertati (ma forse molti di più) che colpirono l'auto. La tesi è avvalorata dal diretto interessato. «La mia M240B è l'arma più grande di tutte — racconta nel film —. Quando spara non riesco a sentire se anche altri sparano».Questa è roba da prendere a testate non un muro, ma la corazza frontale di un Leopard 2. Le foto della Toyota prese subito dopo l'incidente sono pubblicamente disponibili, e quella macchina di sicuro non è stata colpita da 58 (ma forse molti di più) proiettili 7.62x51 - o siamo tornati ai deliri della Sgrena che parlava di 300-400 proiettili bellamente ammucchiati sul sedile posteriore? Senza contare che sarebbe stato difficile per i passeggeri sopravvivere sotto quella gragnuola di colpi.
Ma quello che dovrebbe avvalorare la tesi è ancora più ridicolo, anzi è una ben nota fallacia logica: non si può sostenere che altre armi abbiano sparato solo perchè il rumore della mitragliatrice coprirebbe il loro.
Al suo ritorno in Italia, la Sgrena dichiarò che forse qualcuno, tra gli americani, non voleva farla tornare viva in patria per punirla dei suoi reportage anti-Usa. Washington aveva criticato i nostri servizi segreti che non avevano esitato a pagare ingenti riscatti per la liberazione di altri ostaggi, qualcuno allora parlò di «lezione esemplare degli Usa all'Italia ».Qualcuno chi? Forse il documentario lo spiega, ma qui non si capisce. Se poi l'intenzione era di uccidere la Sgrena, certamente è stata seguita con poca convinzione, visto che lei è ancora viva e vegeta e continua a sfornare propaganda anti-americana eccetera.
Le critiche per il pagamento dei riscatti poi sono perfettamente fondate.
Alla domanda «c'è stato un complotto?» Lozano risponde: «Dopo l'11 settembre tutto è possibile, potrei anche essere vittima di una cospirazione».Direi che in traduzione e fuori dal contesto questa frase è ambigua: potrebbe anche riferirsi ad un complotto ordito dalla Sgrena e/o i suoi compagni (termine scelto non a caso). Tra l'altro Lozano mi sembra un buon uomo e non una testa bacata complottista - ma le persone cambiano.
Più tardi il militare contraddice la versione ufficiale Usa secondo cui la strada in cui si trovavano, la Route Irish, era presidiata per l'imminente passaggio dell'allora governatore Usa a Bagdad.Il rapporto parla (perchè si deve usare l'ormai odiosa espressione "versione ufficiale"?) invece della visita di un ambasciatore degli Stati Uniti, e specifica che il posto di blocco è rimasto in posizione molto più a lungo del previsto a causa di un problema di comunicazione e dei disguidi frequenti durante le operazioni militari. Sono gli autori del documentario, o i giornalisti del Corriere che nemmeno sanno cosa dice il rapporto dell'Esercito USA?
L'argomentazione dei funzionari Usa («Non eravamo a conoscenza dell'operazione Sismi») viene smentita dalla presenza all'aeroporto del capitano Green, il comandante americano che all'arrivo di Calipari gli aveva consegnato, coordinandosi con il generale italiano Mario Marioli, il badge per muoversi in zona.Di nuovo, il rapporto sull'incidente afferma che il capitano Green sapeva della presenza degli agenti SISMI, ma non dei dettagli dell'operazione - e che il generale Marioli gli aveva pure detto che era meglio tenere la bocca chiusa sulla vicenda finchè non fosse conclusa.
Secondo l'ex 007 Wayne Madsen, intervistato nel video, il segnale lanciato da Calipari era stato intercettato dall'Nsa che non si premurò di passarlo ai militari al fronte.Quale segnale lanciato da Calipari? Forse verrà spiegato nel documentario; potrebbe trattarsi della telefonata che ha annunciato l'avvenuto salvataggio (potrei anche andare a vedere il rapporto italiano sull'incidente, ma sono già le 00:35). Comunque, vista l'ostinata divisione in compartimenti stagni fra le varie agenzie del governo USA, il fatto che informazioni anche importanti non vengano condivise non dovrebbe stupire nessuno. Tranne i giornalisti rampanti, naturalmente.
«Madsen ha lasciato l'Nsa — afferma Benelli — Perché indignato dalla policy del "prima sparo e poi domando chi sei" usata in Iraq.Procedura certamente criticabile, ma che ha senso di esistere in un ambiente dove sono (ed erano anche di più) frequenti gli attacchi suicidi con autobombe ed altre armi. Il famoso rapporto poi contiene raccomandazioni su come modificare i posti di blocco e le procedure per ridurre le possibilità di vittime civili. Cosa c'entri poi la NSA con le regole d'ingaggio militari rimane oscuro, ma tant'è.
Gli americani hanno imposto la loro versione, addossando l'errore agli italiani che non hanno neanche saputo chi era la persona che avrebbe dovuto dare la comunicazione a Lozano e non l'ha data. La catena di comando non è mai stata indagata».E' curioso chiedere che qualcuno fornisca informazioni di cui non dispone in primo luogo - però il vero problema sta ad un livello diverso: ordini che vanno perduti, o che vengono interpretati male, incomprensioni e difficoltà di comunicazione sono una costante della storia militare; solo gli ignoranti possono ritenere che il mancato annuncio di un particolare fatto sia una prova di complotto.
L'incidente sarebbe «la riprova del caos ai vertici». «In Iraq gli americani non hanno il polso della situazione e ciò spiega perché la guerra va male — precisa Benelli —. Dal documentario emerge che i soldati sono lasciati liberi di fare ciò che vogliono».Opinioni, opinioni anche contro i fatti (la sconfitta di al-quaida nel Triangolo Sunnita dove la mettiamo) e l'ignorare che la grande autonomia degli ufficiali sul campo è una delle caratteristiche deliberate e vincenti delle forze armate USA. Mentre Benelli sembra sostenere l'idea che le truppe americane in USA siano un'orda fuori controllo, anarchica e violenta che spara a casaccio per divertimento. Una visione nuova ed originale, davvero.
Ma... c'è un ma! La morte di Calipari è stata causata da un deliberato tentativo di assassinio, oppure da un incidente dovuto alla situazione caotica? Bisogna decidersi qui: le due descrizioni sono mutuamente esclusive.
Beata speranza: per i soliti essiccatori di frutta (grazie Wellington) le truppe USA continueranno ad essere allo stesso tempo un'orda fuori controllo, anarchica e violenta ed una efficientissima, quasi infallibile macchina di morte sotto il controllo dei neo-con.
In una seduta al Senato, subito dopo la morte di Calipari, il premier dichiarò che l'Italia avrebbe fatto tutto il possibile per accertare la verità. «Se non lo farà — conclude Benelli —, il Paese creerà un terribile precedente per il prossimo Calipari, costretto ad andare in un territorio nemico a liberare la nuova Sgrena».Forse il nostro rampante giornalista si è accorto che è stata l'irresponsabilità di una propagandista a mettere in moto tutta la vicenda causando la morte di chi ha, senza egoismo ma con umiltà, ubbidito all'ordine di andarla a recuperare? Mi sa di no, ma posso sempre sperare - dopottuto, lo fa anche Barack Obama.
A parte i singoli fatti, il problema più grosso di questa teoria del complotto è l'intera logica. Qualche altro papavero americano voleva uccidere la Sgrena, per cui ha avuto la brillante idea di mandare una squadra di soldati della Guardia Nazionale, freschi in Iraq, a fare un posto di blocco sapendo che la macchina degli italiani sarebbe passata proprio di lì... pensando che con la loro abitudine di mitragliare tutto quello che passa e poi di danzare sui cadaveri, essi avrebbero certamente ucciso il bersaglio? Però, per sicurezza, ha pure mandato dei "cecchini", consci della loro missione si direbbe, a sparare al veicolo contemporaneamente a Lozano. Eppure, nonostante fossero parte di un'orda fuori controllo, anarchica e violenta, i soldati al posto di blocco hanno prontamente soccorso i feriti, mentre quelle spietate ed efficienti macchine di morte dei "cecchini" hanno clamorosamente fallito il bersaglio.
Assurdo, contorto, patologicamente fantasioso in alcuni aspetti e disperatemente ignorante in molti altri - tipico complottismo.
E per finire, Il Corriere riassume il documentario fedelmente, o ne ha fatto il solito guazzabuglio?
Etichette: Ballbusters, Società, War
Radiofaro
Ovvero, trasmettere un segnale per notificare la propria presenza e posizione.
Cioè, questo post serve a segnalare che sono ancora in vita, seppure mi siano mancati sia il tempo che la voglia di scrivere. Ma presto mi farò risentire...
Intanto, posso dire che l'estate seppure in ritardo è arrivata di prepotenza: qui c'è un caldo boia.
Cioè, questo post serve a segnalare che sono ancora in vita, seppure mi siano mancati sia il tempo che la voglia di scrivere. Ma presto mi farò risentire...
Intanto, posso dire che l'estate seppure in ritardo è arrivata di prepotenza: qui c'è un caldo boia.
Etichette: Blog, Varie ed Eventuali
20/06/08
Debating Intelligent Design
I have reached the conclusion that debating Intelligent-Designers is largely futile, sadly.
Because the debate is in most cases intellectualy dishonest at its roots: ID has never really been about offering a serious, scientific explanation alternative to evolution. No, the purpose of ID is to introduce a supernatural agent (the Designer) in biology. And once that agent is accepted, it doesn't take much to morph it into the Judeo-Christian God.
I do not deny that there can be good-faith IDers out there, but they are few an far between - most are ardently religious types with an agenda. They hate Charles Darwin with a passion regarding him as the man who led humankind astray from religion - wait, n0, a rather specific branch of Chistianity: all the rest except maybe Judaism is only evil heresy for them.
So, unless you have the compatence and patience to explain everything in great detail, over and over again, there's really no point in debating. Witness the umpteenth evolution thread on LGF that is going nowhere (yes, I do read evolution threads on LGF - I enjoy watching intestine wars - so sue me).
For some serious evolutionary research on the classic E. Coli, read this article instead.
Because the debate is in most cases intellectualy dishonest at its roots: ID has never really been about offering a serious, scientific explanation alternative to evolution. No, the purpose of ID is to introduce a supernatural agent (the Designer) in biology. And once that agent is accepted, it doesn't take much to morph it into the Judeo-Christian God.
I do not deny that there can be good-faith IDers out there, but they are few an far between - most are ardently religious types with an agenda. They hate Charles Darwin with a passion regarding him as the man who led humankind astray from religion - wait, n0, a rather specific branch of Chistianity: all the rest except maybe Judaism is only evil heresy for them.
So, unless you have the compatence and patience to explain everything in great detail, over and over again, there's really no point in debating. Witness the umpteenth evolution thread on LGF that is going nowhere (yes, I do read evolution threads on LGF - I enjoy watching intestine wars - so sue me).
For some serious evolutionary research on the classic E. Coli, read this article instead.
Etichette: Ballbusters, Science, Stupidity
19/06/08
Succose Anticipazioni
La Corte di Cassazione ci ha finalmenti graziati e quasi quasi benedetti con una sentenza sula caso Calipari-Lozano che anche uno spazzino comunale poteva arrivare ad emettere: non luogo a procedere, perchè l'Italia non ha giurisdizione.
E vorrei ben vedere se avessero deciso altrimenti - vorrebbe significare che le corti italiane hanno giurisdizione più o meno su tutto il mondo. Altro che imperialismo... (ma naturalmente quando a proporlo è un personaggio del calibro di Giuliana Sgrena, diventa solo necessaria giustizia).
Sto poi preparando l'esame del nuovo sensazionale documentario inteso a dimostrare che Lozano non sia stato l'unico a sparare. Anticipazione: solite menate con l'aggiunta di qualche nuova fallacia logica. D'altra parte, il documentario verrà trasmesso su Al Jazeera International, una garanzia di qualità.
Ma il mio personale astio va alla vedova Calipari:
Questo atteggiamento non è solo futile - in molti casi non è comunque possibile ricostruire i fatti - ma è pure mostruosamente egocentrico: si vuole che tutto il mondo, milioni di persone ed interi stati, finisca per ruotare intorno ai desideri e sentimenti di un pugno di persone.
In guerra la gente muore, i bravi ed i cattivi, i furbi e gli scaltri, ed è la semplice sorte a fare la differenza fra chi tornerà a casa e chi no. Così è sempre stato e così sarà per molto tempo ancora.
E vorrei ben vedere se avessero deciso altrimenti - vorrebbe significare che le corti italiane hanno giurisdizione più o meno su tutto il mondo. Altro che imperialismo... (ma naturalmente quando a proporlo è un personaggio del calibro di Giuliana Sgrena, diventa solo necessaria giustizia).
Sto poi preparando l'esame del nuovo sensazionale documentario inteso a dimostrare che Lozano non sia stato l'unico a sparare. Anticipazione: solite menate con l'aggiunta di qualche nuova fallacia logica. D'altra parte, il documentario verrà trasmesso su Al Jazeera International, una garanzia di qualità.
Ma il mio personale astio va alla vedova Calipari:
"Questa sentenza - ha detto Rosa Villecco - riduce la morte di mio marito ad una vicenda e ad un dolore strettamente privati"Come dovrebbe essere. Di questi tempi, amici e parenti dei morti in guerra si sentono intitolati a smuovere mari e monti, far spendere montagne di soldi (tanto paga Pantalone, anche se questa volta è la Sgrena a dover saldare il conto), mandare agenti ed investigatori a rischiare la vita in giro per il mondo, voler sovvertire i principi del diritto nazionale ed internazionale... tutto per voler sapere la "verità" a proposito di una particolare morte nel corso di un conflitto che di morti ne ha già provocati centinaia di migliaia, fra amici, nemici e gente presa nel mezzo.
Questo atteggiamento non è solo futile - in molti casi non è comunque possibile ricostruire i fatti - ma è pure mostruosamente egocentrico: si vuole che tutto il mondo, milioni di persone ed interi stati, finisca per ruotare intorno ai desideri e sentimenti di un pugno di persone.
In guerra la gente muore, i bravi ed i cattivi, i furbi e gli scaltri, ed è la semplice sorte a fare la differenza fra chi tornerà a casa e chi no. Così è sempre stato e così sarà per molto tempo ancora.
17/06/08
16/06/08
Radiofobia
Ogni volta che capita qualche evento che coinvolge materiale radioattivo, non importa quale sia la reale gravità dei fatti, si scatena una tempesta mediatica di titoli allarmisti sulle prime pagine e servizi in primo piano nei telegiornali.
I giornalisti finiscono spendono migliaia di parole, eppure solo di rado riescono a descrivere compiutamente come sono andate le cose, ed ancora più raramente ci dicono quali siano i limiti di legge ed i valori misurati.
L'ultimo caso in ordine di tempo si è verificato nei giorni scorsi: un carico di rifiuti provenienti da Acerra e destinati ad una discarica irpina è stato respinto perchè contaminato da residui radioattivi.
Dei giornali che ho consultato online, il Mattino ha prodotto il titolo più allarmisitico quanto privo di qualità informative. Se la cavano meglio il Corriere (che però difetta di informazioni) e Repubblica.
Veniamo però alla sostanza. Il materiale respinto è apaprentemente costituito da rifiuti ospedalieri contaminati da iodio-131: visto che le quantità di iodio radioattivo nell'uso medicale sono piccole (ben al di sotto, in genere, delle dosi dannose), il suo tempo di dimezzamento è breve e lo iodio è comunque diluito in una grossa quantità di rifiuti urbani - io mi sento di concludere che il rischio corso è stato minimo. Certamente non degno di un allarme a livello nazionale, e nemmeno motivo sufficiente per chiudere le discariche.
E' certamente possibile che ci siano affari sporchi o cattiva volontà dietro questa vicenda, ma è molto probabile che la spiegazione sia molto meno sinistra: vuoi per carenze nella raccolta dei rifiuti ospedalieri, vuoi per semplcie incuria, qualcuno del personale ha gettato quei rifiuti nello stesso cestino del comune rudo.
I giornalisti finiscono spendono migliaia di parole, eppure solo di rado riescono a descrivere compiutamente come sono andate le cose, ed ancora più raramente ci dicono quali siano i limiti di legge ed i valori misurati.
L'ultimo caso in ordine di tempo si è verificato nei giorni scorsi: un carico di rifiuti provenienti da Acerra e destinati ad una discarica irpina è stato respinto perchè contaminato da residui radioattivi.
Dei giornali che ho consultato online, il Mattino ha prodotto il titolo più allarmisitico quanto privo di qualità informative. Se la cavano meglio il Corriere (che però difetta di informazioni) e Repubblica.
Veniamo però alla sostanza. Il materiale respinto è apaprentemente costituito da rifiuti ospedalieri contaminati da iodio-131: visto che le quantità di iodio radioattivo nell'uso medicale sono piccole (ben al di sotto, in genere, delle dosi dannose), il suo tempo di dimezzamento è breve e lo iodio è comunque diluito in una grossa quantità di rifiuti urbani - io mi sento di concludere che il rischio corso è stato minimo. Certamente non degno di un allarme a livello nazionale, e nemmeno motivo sufficiente per chiudere le discariche.
E' certamente possibile che ci siano affari sporchi o cattiva volontà dietro questa vicenda, ma è molto probabile che la spiegazione sia molto meno sinistra: vuoi per carenze nella raccolta dei rifiuti ospedalieri, vuoi per semplcie incuria, qualcuno del personale ha gettato quei rifiuti nello stesso cestino del comune rudo.
Etichette: Ambiente, Scienza, Varie ed Eventuali
13/06/08
Japanese Schoolgirl Fits Homemade Steel Arm And Becomes Hellbent On Bloody Revenge
This is, in a nutshell, the plot of the latest Japanese (possible) cult movie - hat tip to my agent in Jakarta for bringing this obscure feature to my attention. A trailer for the film can be found here.
No, this won't be a movie for families. It will be a movie for a few selected ones in fact - those who are twisted beyond the point of recovery and can do nothing but dig deeper and deeper.
Gather you whacky firends, stock up on beer, snacks (and can I say pot?) and enjoy a festival of comically spraying blood!
No, this won't be a movie for families. It will be a movie for a few selected ones in fact - those who are twisted beyond the point of recovery and can do nothing but dig deeper and deeper.
Gather you whacky firends, stock up on beer, snacks (and can I say pot?) and enjoy a festival of comically spraying blood!
Etichette: Fun, Miscellaneous
12/06/08
The World From Above
Another, much belated, episode of my travel chronicles.
Last time I went to Jakarta, the outbound trip did not bring much interest: it was night until the plane reached the Indian Ocean, and from there many hours flying over that vast featurless expanse of water. The stopover in Colombo didn't bring anything interesting, and neither did flying over the Malay Peninsula. The approach to Singapore was just a little more attractive, but it's all about small islands, sand banks and dirty waters.
But the return trip... that one brought quite a sight. The plane took of from Soekarno-Hatta at night, and when approaching Singapore the landscape was awesome: Singapore, the city-state, the Asian tiger, all lit up and glittering with life and wealth. In front of her, the Strait of Malacca, crowded with ships and boats of any size from the oil tanker to the fishing boat, lights ablaze, multicoloured jewels in the black waters.
Night lasted until landing in Dubai, when it gave way to the baking sun of Arabia. And from there to Italy, it was another sight to behold. A few kilometers out of Dubai the desert begins: light brown sand, dunes carried by the wind over the sparse roads, almost no life in sight. But also, for no apparent reason, roads that run around square patches of land with absolutely nothing in them. I haven't been able to figure out the purpose of those roads.
Then in the middle of the desolation the emerald green of well-tended lawns, and the fresh water of fountains around a huge, majestic, domed palace. I'm not sure, but if I were the sultan or emir of Dubai, that one would be my palace.
The plane then crossed over the Persian Gulf, with its massive artificial islands still being built. And after that, Iran. And its mountains: ridge after ridge of barren snow-capped moutnains, crossing, branching, taking up all the space. Italy is not exactly a flatland, but it looks like one compared to there. And the mountains continued more or less uninterrupted all the way up to Turkey, when the route took me over the Black Sea.
The next piece of land were the snowy plains of Romania and Bulgaria: villages here and there, no glamour, just houses of - I suppose - farmers for the most part; streams and small rivers, and in the distance the Danube, the great river lazily meandering throught the plains.
The terrain slowly rose into the mountains of the former Jugoslavia, but these aren't as barren as the ones in Iran. Less steep slopes, more forests, and the somewhat familiar look of towns and villages that were getting more and more European. And then the myriad islands of the eastern Adriatic coasts, again the sea, and Istria, that was by any means part of Italy.
Finally, the plane crossed over Italy proper near Trieste, where I had the unusual sight of contrails from above. Shortly afterwards clouds concealed the landscape until the final approach to Malpensa, where I was greated by the usual muck: melting snow on the ground, cold rain, lead sky. And more airport chaos there than in Soekarno-Hatta.
Last time I went to Jakarta, the outbound trip did not bring much interest: it was night until the plane reached the Indian Ocean, and from there many hours flying over that vast featurless expanse of water. The stopover in Colombo didn't bring anything interesting, and neither did flying over the Malay Peninsula. The approach to Singapore was just a little more attractive, but it's all about small islands, sand banks and dirty waters.
But the return trip... that one brought quite a sight. The plane took of from Soekarno-Hatta at night, and when approaching Singapore the landscape was awesome: Singapore, the city-state, the Asian tiger, all lit up and glittering with life and wealth. In front of her, the Strait of Malacca, crowded with ships and boats of any size from the oil tanker to the fishing boat, lights ablaze, multicoloured jewels in the black waters.
Night lasted until landing in Dubai, when it gave way to the baking sun of Arabia. And from there to Italy, it was another sight to behold. A few kilometers out of Dubai the desert begins: light brown sand, dunes carried by the wind over the sparse roads, almost no life in sight. But also, for no apparent reason, roads that run around square patches of land with absolutely nothing in them. I haven't been able to figure out the purpose of those roads.
Then in the middle of the desolation the emerald green of well-tended lawns, and the fresh water of fountains around a huge, majestic, domed palace. I'm not sure, but if I were the sultan or emir of Dubai, that one would be my palace.
The plane then crossed over the Persian Gulf, with its massive artificial islands still being built. And after that, Iran. And its mountains: ridge after ridge of barren snow-capped moutnains, crossing, branching, taking up all the space. Italy is not exactly a flatland, but it looks like one compared to there. And the mountains continued more or less uninterrupted all the way up to Turkey, when the route took me over the Black Sea.
The next piece of land were the snowy plains of Romania and Bulgaria: villages here and there, no glamour, just houses of - I suppose - farmers for the most part; streams and small rivers, and in the distance the Danube, the great river lazily meandering throught the plains.
The terrain slowly rose into the mountains of the former Jugoslavia, but these aren't as barren as the ones in Iran. Less steep slopes, more forests, and the somewhat familiar look of towns and villages that were getting more and more European. And then the myriad islands of the eastern Adriatic coasts, again the sea, and Istria, that was by any means part of Italy.
Finally, the plane crossed over Italy proper near Trieste, where I had the unusual sight of contrails from above. Shortly afterwards clouds concealed the landscape until the final approach to Malpensa, where I was greated by the usual muck: melting snow on the ground, cold rain, lead sky. And more airport chaos there than in Soekarno-Hatta.
11/06/08
Cose Turche
Ieri sera ho guardato la partita Svizzera-Turchia, e penso, quella si che è stata un partita.
Dopo un primo tempo nel quale - seconda la telecronaca - la Turchia è stata piuttosto scadente, nel secondo tempo le due squadre hanno giocato al massimo, hanno mostrato tutta la loro determinazione e la volontà di vincere fino all'ultimo minuto. Si lottava con decisione su ogni palla, senza perdite di tempo; entrambe le squadre - sia pure senza schemi perfetti - facevano gioco, costruivano azioni fino davanti alla porta avversaria. E tutto su di un campo pesantissimo e scivoloso.
La vittoria della Turchia alla fine è arrivata con la prodezza di un attaccante, ma non sarebbe stata possibile senza il lavoro duro e la determinazione di tutta la squadra.
Spero solo che nelle prossime due partite l'Italia possa scendere in campo con la stessa decisione, la stessa volontà di lottare per vincere. Altrimenti siamo fuori.
Dopo un primo tempo nel quale - seconda la telecronaca - la Turchia è stata piuttosto scadente, nel secondo tempo le due squadre hanno giocato al massimo, hanno mostrato tutta la loro determinazione e la volontà di vincere fino all'ultimo minuto. Si lottava con decisione su ogni palla, senza perdite di tempo; entrambe le squadre - sia pure senza schemi perfetti - facevano gioco, costruivano azioni fino davanti alla porta avversaria. E tutto su di un campo pesantissimo e scivoloso.
La vittoria della Turchia alla fine è arrivata con la prodezza di un attaccante, ma non sarebbe stata possibile senza il lavoro duro e la determinazione di tutta la squadra.
Spero solo che nelle prossime due partite l'Italia possa scendere in campo con la stessa decisione, la stessa volontà di lottare per vincere. Altrimenti siamo fuori.
Etichette: Varie ed Eventuali
10/06/08
Il Miglior Post del Mondo
Ce l'avevo proprio pronto in testa, e sulla punta delle dita per scriverlo. Ma ora ho sonno... sarà meglio riposare.
Etichette: Varie ed Eventuali
09/06/08
Yes, It Can Rain Forever
May is a not-so-rainy warm month here in northern Italy, and June usually gets hot and dry.
But not this year. After a pretty dry start, punctuated by some cold rain in April and March, the second half of May became really wet: over 119 mm of rain - most of it between the days of 19 and 21; there have been floods - frequent thunderstorms, and average humidity close to 77%. Temperature remained close to the seasonal average, however.
June has started in the same vein: more thunderstorms, even higher humidity, over 44 mm of rain so far and temperatures a little below average. Even today, around 15:15 CET, there's cumulonimbus all around the place; I don't think it will rain a lot tho.
It goes without saying that last year anthropogenic global warming was blamed for the dry, windy weather of spring and early summer. This year, AGW is being blamed for the cool and rain.
Not much of summer weather so far, but there's going to be no shortage of water for the next few months. And, if we'll get some sunshine, there will be plenty of mushrooms to pick. Yum.
But not this year. After a pretty dry start, punctuated by some cold rain in April and March, the second half of May became really wet: over 119 mm of rain - most of it between the days of 19 and 21; there have been floods - frequent thunderstorms, and average humidity close to 77%. Temperature remained close to the seasonal average, however.
June has started in the same vein: more thunderstorms, even higher humidity, over 44 mm of rain so far and temperatures a little below average. Even today, around 15:15 CET, there's cumulonimbus all around the place; I don't think it will rain a lot tho.
It goes without saying that last year anthropogenic global warming was blamed for the dry, windy weather of spring and early summer. This year, AGW is being blamed for the cool and rain.
Not much of summer weather so far, but there's going to be no shortage of water for the next few months. And, if we'll get some sunshine, there will be plenty of mushrooms to pick. Yum.
Etichette: Life, Miscellaneous, Weather
06/06/08
Another D-Day
How can it be, I was about to forget that today is the 64th anniversary of the Normandy Landing.
Its importance is much more than symbolical; Donald Sensing thinks that Russia would then win the war and dominate all of Europe:
So yes, the world in which we live today is in great part due to those men who fought on the beaches and flatlands of Normandy during a few days of June 1944.
Its importance is much more than symbolical; Donald Sensing thinks that Russia would then win the war and dominate all of Europe:
The Soviets certainly would not have slacked their offensives had Normandy failed. If anything, they would have pressed all the harder, but would have pressed equally hard for a much larger share of American war production, insisting that they were making better use of it than we were. As they would have been the only dog in the fight, the demands would have been hard for Roosevelt to resist. Not only would all Germany have become communist, so would France, whose communist cells were very active and which would have benefitted greatly from having the Soviet army literally next door. Imagine the Iron Curtain falling at the English Channel. The Soviet bear would have easily swallowed countries like Denmark, The Netherlands and Belgium. Likewise, Greece's postwar communist insurgency would have succeeded. Italy might easily have turned communist also.Whether you think that this analysis is correct or not, there is little doubt that a defeat of the Allies in Normandy would have meant a very different course of history.
So yes, the world in which we live today is in great part due to those men who fought on the beaches and flatlands of Normandy during a few days of June 1944.
05/06/08
Obamania Sweeps Italy
Or better, the radical-chic part of my country. Conservatives and most common folks just keep going about their business.
Anyway, the other day at the supermarket I glanced at the front pages of the newspapers, and the most progressive ones had a thinly-disguised severe case of hots for Obama the Messiah. I don't recall the exact words, but the general tone was one of dream coming true, after so long and hard a wait.
What dream? Of course, the one of a person-of-colour as President of the USA. And a rather hardcore tranzist for that matter, because a Republican female-person-of-colour like Condoleeza Rice never was the matter of dreams - even if she reached a position of absolute regard in the administration.
What remains between the lines in those rags is the position that only the election of Barack Obama can mean that America has finally overcome its congenital racism and embraced the light of Changiness, Hopeitude and the Hug of the Whole World.
And the corollary is that the victory of McCain will show that America is still the old racist, capitalist and arrogant behemoth it has always been.
The fact that reasonable, knowledgeable and color-blind people may have rationally decided that Obama wouldn't be a good President of the USA is not allowed to enter the picture. It cannot be, for cognitive dissonance must be kept at bay at any cost.
Anyway, the other day at the supermarket I glanced at the front pages of the newspapers, and the most progressive ones had a thinly-disguised severe case of hots for Obama the Messiah. I don't recall the exact words, but the general tone was one of dream coming true, after so long and hard a wait.
What dream? Of course, the one of a person-of-colour as President of the USA. And a rather hardcore tranzist for that matter, because a Republican female-person-of-colour like Condoleeza Rice never was the matter of dreams - even if she reached a position of absolute regard in the administration.
What remains between the lines in those rags is the position that only the election of Barack Obama can mean that America has finally overcome its congenital racism and embraced the light of Changiness, Hopeitude and the Hug of the Whole World.
And the corollary is that the victory of McCain will show that America is still the old racist, capitalist and arrogant behemoth it has always been.
The fact that reasonable, knowledgeable and color-blind people may have rationally decided that Obama wouldn't be a good President of the USA is not allowed to enter the picture. It cannot be, for cognitive dissonance must be kept at bay at any cost.
Nucleofobie
Come al solito la notizia dell'incidente - o meglio, secondo la normativa slovena, "evento inusuale" - nella centrale nucleare di Krsko è sbandierata su tutti i media. Ma diventa difficile capire capire cosa sia realmente successo, anche se alcuni (La Repubblica, pensa un po') fanno un lavoro migliore di altri.
Meglio tentare di risalire alle fonti primarie, quindi. Viene subito in mente di consultare la IAEA, ed infatti già in homepage vi si trova il comunicato stampa. Secondo le informazioni che la Slovenian Nuclear Safety Administration ha fornito, gli operatori dell'impianto hanno notato una perdita di liquido di raffreddamento dal circuito primario (una situazione che è potenzialmente pericolosa, se non viene affrontata propriamente), ed hanno quindi deciso di spegnere manualmente il reattore. La perdita non ha causato nè dispersione di materiali radioattivi nè altri effetti al di fuori del sito.
A sua volta la SNSA ha diversi annunci sul suo sito web; il più recente ribadisce che il reattore è stato spento completamente alle 20:10 dopo che la perdita era stata notata alle 15:07. La perdita si è verificata vicino alla pompa di circolazione del liquido di raffreddamento, ma è rimasta all'interno del contenimento (che sta intorno al reattore proprio per queste eventualità); non si sono verificate nè dispersioni radioattive nè danni al combustibile nucleare. Per questi motivi, l'incidente è stato classificato come evento inusuale, che non presenta alcun rischio per il pubblico nè per il personale dell'impianto.
Per riparare il guasto il reattore dev'essere spento e freddo, per cui ci vorrà almeno qualche giorno.
Se poi pensate che le autorità slovene stiano mentendo, affare vostro. Dalla descrizione dei fatti non c'è alcun pericolo - anzi, la dimostrazione che centrali nucleari costruite ed operate a dovere possono superare guasti senza problemi.
Meglio tentare di risalire alle fonti primarie, quindi. Viene subito in mente di consultare la IAEA, ed infatti già in homepage vi si trova il comunicato stampa. Secondo le informazioni che la Slovenian Nuclear Safety Administration ha fornito, gli operatori dell'impianto hanno notato una perdita di liquido di raffreddamento dal circuito primario (una situazione che è potenzialmente pericolosa, se non viene affrontata propriamente), ed hanno quindi deciso di spegnere manualmente il reattore. La perdita non ha causato nè dispersione di materiali radioattivi nè altri effetti al di fuori del sito.
A sua volta la SNSA ha diversi annunci sul suo sito web; il più recente ribadisce che il reattore è stato spento completamente alle 20:10 dopo che la perdita era stata notata alle 15:07. La perdita si è verificata vicino alla pompa di circolazione del liquido di raffreddamento, ma è rimasta all'interno del contenimento (che sta intorno al reattore proprio per queste eventualità); non si sono verificate nè dispersioni radioattive nè danni al combustibile nucleare. Per questi motivi, l'incidente è stato classificato come evento inusuale, che non presenta alcun rischio per il pubblico nè per il personale dell'impianto.
Per riparare il guasto il reattore dev'essere spento e freddo, per cui ci vorrà almeno qualche giorno.
Se poi pensate che le autorità slovene stiano mentendo, affare vostro. Dalla descrizione dei fatti non c'è alcun pericolo - anzi, la dimostrazione che centrali nucleari costruite ed operate a dovere possono superare guasti senza problemi.
Etichette: Media, Tecnologia
04/06/08
Among The Loonies
I had heard that some people think that the WTC towers were destroyed using micro nuclear devices, but so far I never ventured into one of those websites. Today, I decided to read one - and it's more grotesque than a commune of perennially stoned hippies.
See, the idea that the explosion of some kind of bomb - specifically, a nuclear bomb with a definitely sub-kiloton yield - may have brought down the Twin Towers is way out of whack with reality, but still plausible enough to be entertained as an intellectual exercise or conspiracy theory.
But the Author of that report - which could have been produced by a sufficiently large number of monkeys happily typing away - goes way beyond the nuclear bomb scenario. And for him, the much-popular theory of thermite demolition is for those naive enough to stop at first level of conspiracy; the truth is buried much deeper - where it can only be reached with liberal use of strong antipsychotic drugs, I suppose.
In the Authors's mind, the truth about 9/11 is:
But if you suspected that the Author couldn't tell his own asshole from a gas tank inlet, you are only right. Read what he says about nuclear fission:
Or I could be, if those cheap Reptilian bastards loosened the purse's strings a bit. Bitches.
See, the idea that the explosion of some kind of bomb - specifically, a nuclear bomb with a definitely sub-kiloton yield - may have brought down the Twin Towers is way out of whack with reality, but still plausible enough to be entertained as an intellectual exercise or conspiracy theory.
But the Author of that report - which could have been produced by a sufficiently large number of monkeys happily typing away - goes way beyond the nuclear bomb scenario. And for him, the much-popular theory of thermite demolition is for those naive enough to stop at first level of conspiracy; the truth is buried much deeper - where it can only be reached with liberal use of strong antipsychotic drugs, I suppose.
In the Authors's mind, the truth about 9/11 is:
The explosions were produced by a clandestine Nuclear Reactor under each tower undergoing a "power excursion" and then a core meltdown.Behold... insanity in front of your eyes. You can't reason about something like this; it is thoroughly removed from the realm of rational discourse and logical proof. It is nothing but crazily insane.
But if you suspected that the Author couldn't tell his own asshole from a gas tank inlet, you are only right. Read what he says about nuclear fission:
In fact, the elements discovered form a distinctive signature and hallmark of a certain well known chemical process.Yeah, a chemical process. Nuclear fission is a well known chemical process. And I am a well-known millionaire playboy who blogs only to take a break between a hot night with Lucy Liu and a speedboat race to the Monte Carlo Casino.
Or I could be, if those cheap Reptilian bastards loosened the purse's strings a bit. Bitches.
Etichette: Ballbusters, Conspiracies, Stupidity
Reato Si, Reato No
Berlusconi ha fatto un po' come quegli automobilisti che non sono sicuri di avere preso la strada giusta, quindi si fermano a lato della strada per guardarsi attorno, inseriscono la retromarci ma non mollano la frizione. Sto parlando naturalmente della querelle sull'introduzione del reato di immigrazione clandestina.
Quello che non capisco è perchè Berlusconi dovrebbe fare tira e molla quando ha una maggioranza netta alle sue spalle (sempre che i parlamentari non vadano in giro a cazzaggiare come hanno fatto l'altra volta). Paura di accendere troppo i toni, oppure i continui inviti al dialogo l'hanno convinto a fare compromessi preventivi? Oppure egli è ricaduto nel vecchi malcostume di voler accontentare un po' tutti, alle stesso tempo scontentando più che altro la sua base elettorale? Chissà.
Riguardo alla questione specifica del reato di clandestinità: quello che bisogna fare con i clandestini è rendere le espulsioni rapide a certe. Se introdurre il reato può aiutare in questo senso, che si faccia - altrimenti, non si sprechi tempo.
La prima ragione per avere espulsioni certe e rapide è che i clandestini, statisticamente, delinquono. Oh si, ci saranno molte storie di bravi clandestini, ma si deve guardare alla situazione generale quando si fanno le leggi, non al caso particolare.
La seconda è che fingere di non vedere o passare sanatorie è un'insulto ed ingiustizia verso coloro che si sono presi la briga di affrontare la burocrazia ed immigrare secondo le regole. Ignorare se non premiare i comportamenti illegali non fa altro che incentivarli.
Una obiezione sollevata spesso è che gli immigrati, anche clandestini, sono necessari perchè fanno i lavori che gli italiani rifiutano. Questa spiegazione è un po' debole visto l'alto tasso di disoccupazione al Sud - e soprattutto nessuno sembra accorgersi dell'importante dettaglio delle condizioni di lavoro: gli italiani rifiutano di fare certi lavori a determinate condizioni.
Però ammetto che ci sono delle avversioni culturali a certe attività - come prendersi cura degli anziani; e poi quello strano atteggiamento secondo il quale fare lo scaldasedia laureato in giurisprudenza è preferibile all'essere, che ne so, un fresatore esperto. Ma questa supposta supremazia della cultura umanistica su quella tecnico/scientifica è un vecchio malanno italiano.
L'intero approccio alla questione dell'immigrazione per lavoro mi sembra abbastanza schizofrenico: da una parte si lega il permesso di soggiorno ad un posto di lavoro, ma poi chi entra nel nostro paese in questo modo può portarsi dietro mogli, figli e parenti, e fare comunità a sè. Un miscuglio eterogeneo di utilitarismo (la parte lavoro) e di utopia dell'accoglienza (il resto): non credo possa durare a lungo senza causare disastri.
Per quanto riguarda gli immigrati che sarebbero indispensabili per le nostre aziende, io propongo di creare un programma per lavoratori ospiti: gli stranieri (solo extracomunitari, nella situazione attuale) che siano disposti ad accettare certe limitazioni (come obblighi di residenza e divieto di ricongiungimenti familiari) possono facilmente ottenere un visto temporaneo per lavorare nelle aziende che prendono parte al programma; al termine del contratto lo straniero torna in patria per eventualmente fare domanda di nuovo. Le autorità potrebbero facilmente vigliare - conoscendo nomi, cognomi e luoghi - sul rispetto delle condizioni contrattuali.
Questo sistema avrebbe almeno il pregio della maggiore onestà rispetto a quello attuale.
Quello che non capisco è perchè Berlusconi dovrebbe fare tira e molla quando ha una maggioranza netta alle sue spalle (sempre che i parlamentari non vadano in giro a cazzaggiare come hanno fatto l'altra volta). Paura di accendere troppo i toni, oppure i continui inviti al dialogo l'hanno convinto a fare compromessi preventivi? Oppure egli è ricaduto nel vecchi malcostume di voler accontentare un po' tutti, alle stesso tempo scontentando più che altro la sua base elettorale? Chissà.
Riguardo alla questione specifica del reato di clandestinità: quello che bisogna fare con i clandestini è rendere le espulsioni rapide a certe. Se introdurre il reato può aiutare in questo senso, che si faccia - altrimenti, non si sprechi tempo.
La prima ragione per avere espulsioni certe e rapide è che i clandestini, statisticamente, delinquono. Oh si, ci saranno molte storie di bravi clandestini, ma si deve guardare alla situazione generale quando si fanno le leggi, non al caso particolare.
La seconda è che fingere di non vedere o passare sanatorie è un'insulto ed ingiustizia verso coloro che si sono presi la briga di affrontare la burocrazia ed immigrare secondo le regole. Ignorare se non premiare i comportamenti illegali non fa altro che incentivarli.
Una obiezione sollevata spesso è che gli immigrati, anche clandestini, sono necessari perchè fanno i lavori che gli italiani rifiutano. Questa spiegazione è un po' debole visto l'alto tasso di disoccupazione al Sud - e soprattutto nessuno sembra accorgersi dell'importante dettaglio delle condizioni di lavoro: gli italiani rifiutano di fare certi lavori a determinate condizioni.
Però ammetto che ci sono delle avversioni culturali a certe attività - come prendersi cura degli anziani; e poi quello strano atteggiamento secondo il quale fare lo scaldasedia laureato in giurisprudenza è preferibile all'essere, che ne so, un fresatore esperto. Ma questa supposta supremazia della cultura umanistica su quella tecnico/scientifica è un vecchio malanno italiano.
L'intero approccio alla questione dell'immigrazione per lavoro mi sembra abbastanza schizofrenico: da una parte si lega il permesso di soggiorno ad un posto di lavoro, ma poi chi entra nel nostro paese in questo modo può portarsi dietro mogli, figli e parenti, e fare comunità a sè. Un miscuglio eterogeneo di utilitarismo (la parte lavoro) e di utopia dell'accoglienza (il resto): non credo possa durare a lungo senza causare disastri.
Per quanto riguarda gli immigrati che sarebbero indispensabili per le nostre aziende, io propongo di creare un programma per lavoratori ospiti: gli stranieri (solo extracomunitari, nella situazione attuale) che siano disposti ad accettare certe limitazioni (come obblighi di residenza e divieto di ricongiungimenti familiari) possono facilmente ottenere un visto temporaneo per lavorare nelle aziende che prendono parte al programma; al termine del contratto lo straniero torna in patria per eventualmente fare domanda di nuovo. Le autorità potrebbero facilmente vigliare - conoscendo nomi, cognomi e luoghi - sul rispetto delle condizioni contrattuali.
Questo sistema avrebbe almeno il pregio della maggiore onestà rispetto a quello attuale.